Candidata a sua insaputa richiamata dal consigliere: «Ho bisogno di te...»

Candidata a sua insaputa richiamata dal consigliere: «Ho bisogno di te...»
di Valerio Esca
Martedì 26 Marzo 2019, 11:00 - Ultimo agg. 14:47
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«Gentile Federica De Stefano, desidero rivolgere questa lettera, a chi come te, si è candidata alle elezioni amministrative di giugno 2016. Personalmente ritengo che le tue conoscenze e il tuo impegno vadano valorizzati ed è per questo che vorrei proporti di offrire la tua partecipazione nei diversi progetti che sto portando avanti in città, in qualità di consigliere comunale del gruppo misto». La firma in calce alla lettera è di Gaetano Troncone, che alle ultime amministrative ha raccolto 896 preferenze nella lista «De Magistris sindaco». Gruppo che Troncone ha abbandonato poco dopo la sua rielezione. Purtroppo però Federica, 25 anni, è la stessa ragazza, affetta da sindrome di down, che nel gennaio 2017 ha scoperto di essere stata candidata a sua insaputa alle elezioni comunali del 5 giugno 2016: sedicesimo posto nella lista civica Napoli Vale-Valeria Valente sindaco. Due voti conquistati e una denuncia dalla quale è scaturita l'inchiesta nota come «Listopoli». Processo che si è concluso a novembre 2018 con una condanna e quattro patteggiamenti.
 
Ad aprire la cassetta della posta ieri mattina è stata la mamma di Federica, Francesca Ambrosini, che quando si è ritrovata tra le mani una busta affrancata con il simbolo del Comune di Napoli è ripiombata nell'angoscia. La stessa sensazione del gennaio 2017, quando si vide recapitare a casa, dalla Corte di Appello di Napoli, la notifica di un provvedimento che intimava a Federica di presentare, entro e non oltre quindici giorni dalla data di ricezione dell'avviso, il rendiconto puntuale delle spese e dei contributi ricevuti per sostenere la sua campagna elettorale. Una campagna che la ragazza, affetta da un ritardo psicomotorio sin dalla nascita, non ha mai intrapreso.

«Quando ho aperto la busta - racconta Francesca Ambrosini, mamma della giovane - mi sono rivolta a Federica scherzando e le ho detto questa volta cosa hai combinato?. Purtroppo però c'è poco da stare allegri. Noi non vogliamo essere al centro dell'attenzione, ma dopo due anni siamo punto e a capo. Mi era quasi venuta voglia di presentarmi all'appuntamento con questo consigliere, che onestamente non abbiamo mai sentito, conosciuto e non sappiamo chi sia e a quale schieramento appartenga. Avrei voluto vedere la sua reazione. Chissà se si rendono conto dei momenti terribili che abbiamo vissuto due anni fa. Una settimana assurda - ricorda la mamma di Federica - Ho passato sette giorni a rispondere alle telefonate di giornalisti da tutta Italia». La signora Ambrosini, rispetto alla lettera, ci tiene a sottolineare: «È chiaramente una prestampata, ma il nostro indirizzo di casa sarà stato preso dalle liste delle Amministrative. Un po' di buonsenso non avrebbe guastato».

Toni Nocchetti, presidente dell'associazione «Tutti a scuola onlus», che combatte da anni per i diritti dei ragazzi disabili, tuona: «La trovo una storia indegna, indecorosa, indecente, che riemerge come un fiume carsico. Una storia che ha portato a delle condanne. Qui non siamo più di fronte ad una storia opinabile - prosegue Nocchetti - ma davanti ad una vicenda che ha avuto risvolti penali».

«È stato un episodio increscioso, mi scuso. Non era mia intenzione minare la serenità della ragazza e della sua famiglia - dice Troncone - Questo è un lavoro che sto facendo da tre anni, su tutte le liste e tutti i candidati. Sono ottomila le lettere che sto inviando a mie spese e non ho modo di sapere chi sia stato candidato a sua insaputa».
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