La svolta di Gomorra: Genny sopravvissuto si reinventa manager a Londra

La svolta di Gomorra: Genny sopravvissuto si reinventa manager a Londra
di Titta Fiore
Martedì 26 Marzo 2019, 11:00 - Ultimo agg. 14:50
3 Minuti di Lettura
Genny è un sopravvissuto. Nel finale shakespeariano della terza serie era stato costretto a uccidere Ciro, l'amico fraterno, il suo alter ego criminale. Ora è solo con i suoi demoni. Deciso a indossare una maschera da imprenditore per salvare moglie e figlio. Pronto a entrare nel mondo della finanza dalla porta principale, alla ricerca di un'impossibile rispettabilità. Ma «nulla è come sembra» in «Gomorra 4», che andrà in onda da venerdì per dodici puntate in prima serata su Sky Atlantic. Dal centro di Napoli l'azione si sposta nella terra dei fuochi avvelenata dai rifiuti tossici, contamina la politica e il mondo degli appalti e si apre a nuovi, imprevedibili scenari nella guerra per bande con l'entrata in campo, a fianco di Genny Savastano, del clan Levante che domina incontrastato le campagne avvelenate, mentre a Patrizia toccherà la gestione della piazza di Secondigliano.
 
La parola più ricorrente per definire i colpi di scena della serie prodotta da Sky con Cattleya, parte di ITV Studios e Fandango in collaborazione con Beta Film, è «spaesamento». La usano i produttori Riccardo Tozzi e Niels Hartman, la pronunciano in varie accezioni gli attori Salvatore Esposito (Genny), Cristiana Dell'Anna (Patrizia), Ivana Lotito (Azzurra), Arturo Muselli (Enzo Sangue Blu), Loris De Luna (Valerio), sottolineando le sorprese in arrivo, le svolte criminali, i tormenti esistenziali dei protagonisti. «Il filo conduttore di questa stagione è il dualismo interiore di Genny» spiega Salvo Esposito, «combatte contro i demoni che lo accompagnano dalla prima stagione, ma solo alla fine sapremo quale strada prenderà davvero. Ha tagliato il cordone ombelicale quando ha fatto uccidere suo padre e ora vorrebbe ripulirsi l'immagine diventando un manager. Ma il male allunga la sua ombra su tutti i luoghi del mondo». Più spazio alle emozioni, quindi, e alle figure femminili in posizioni di comando all'interno dei clan (come nel caso di Patrizia) e della famiglia (il ruolo di Azzurra). Dice Dell'Anna: «Il mio personaggio gestisce il potere che le viene dato, ma non assimila i comportamenti maschili, la svolta della serie è il valore dell'intelligenza delle donne». In un videomessaggio Roberto Saviano, autore dell'omonimo best-seller, definisce l'Italia «il Venezuela d'Europa»: «Su tutto pesa il compromesso e la corruzione, entrano in campo i colletti bianchi, brucia la terra dei fuochi con il suo carico di morte, gli uomini sembrano bambini sperduti mentre le donne, eliminate le figure patriarcali, acquistano peso dal punto di vista militare e strategico». Anche nella gestione degli affari criminali la divisione è netta: «I giovani delle paranze vogliono tutto e subito, chi conosce i tempi del potere impara a esercitare la pazienza. Mostriamo un paese al collasso: questa cosa dà fastidio? La dia. Facciamo intrattenimento? Certo, ma fissando la puzza dei soldi. Gomorra racconta la sintassi del suo tempo: se non ammazzi verrai ucciso, se ti fidi sarai imbrogliato».

Nel team dei cinque registi che firmano la serie, con la supervisione artistica di Francesca Comencini, con il veterano Claudio Cupellini e gli esordienti Enrico Rosati e Ciro Visco c'è, come si sa, Marco D'Amore, cui sono stati affidati gli episodi 5 e 6, pare particolarmente carichi di emotività. Accanto agli scenari internazionali - questa volta le riprese si sono spostate a Londra, perché nella City Genny cercherà di reinventarsi manager e di mettere le basi del suo progetto per la costruzione del più grande aeroporto della Campania - Napoli sarà comunque protagonista e se tutto è, all'apparenza tranquillo, tutto è sempre pronto a saltare in aria. Esposito: «Genny resta un personaggio feroce e pericoloso, anche se gli avvenimenti hanno un po' cambiato la sua natura. L'ambivalenza è il punto di forza del personaggio». Si sta pensando anche per lui, come per Ciro Di Marzio, a uno spin-off, a un film sulle sue origini? «Non lo so, ma sarebbe interessante raccontare il suo periodo in Honduras, che cosa lo ha snaturato facendolo diventare la bestia che conosciamo». Certa, invece, la quinta serie, ora in fase di scrittura. «Non la facciamo per sfruttare un marchio di successo» spiegano i produttori, «ma perché l'idea centrale è fortissima».
© RIPRODUZIONE RISERVATA