Napoli, il manager in fuga a Dubai
con uno zaino pieno di soldi
dopo lo show di «Made in Sud»

Napoli, il manager in fuga a Dubai con uno zaino pieno di soldi dopo lo show di «Made in Sud»
di Viviana Lanza
Martedì 26 Marzo 2019, 23:00 - Ultimo agg. 28 Marzo, 07:03
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È passato nel giro di poche ore dalle luci dello show alla penombra di una cella. Lunedì sera era stato dietro le quinte del programma televisivo “Made in sud” (totalmente estraneo all’inchiesta) e all’alba i finanzieri gli hanno stretto ai polsi. Tutto nella stessa notte. Parabola di Luigi Scavone, classe 1974, ex poliziotto nato a Potenza che a Napoli ha costruito una fortuna diventando un imprenditore di successo nel settore del lavoro interinale e una figura di riferimento nel mondo dello sport, dello spettacolo e del volontariato. Lo hanno bloccato prima che partisse per Dubai. Era infatti in procinto di imbarcarsi su un volo con uno zainetto pieno di mazzette di soldi per 300mila euro, tutti sottovuoto e confezionati in modo da bypassare i controlli. Nell’inchiesta coordinata dai pm Mariasofia Cozza, Francesco Raffaele e Sergio Raimondi, del pool guidato dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli e dal procuratore Giovanni Melillo, Scavone compare come il dominus di un gruppo societario che avrebbe costruito la sua fortuna anche, e forse soprattutto, grazie a un meccanismo fraudolento sofisticato al punto da consentire un’evasione fiscale da 70 milioni di euro negli anni di imposta dal 2015 al 2017, sbaragliando la concorrenza. 

 

GLI ARRESTI
Associazione a delinquere finalizzata a indebite compensazioni e reati fiscali è l’ipotesi attorno a cui ruotano le accuse della procura. L’inchiesta coinvolge in totale 32 società e 27 indagati, dieci dei quali sono stati raggiunti ieri da misure cautelari, tre in carcere e sette ai domiciliari. In carcere, oltre a Scavone, ci sono Francesco Barbarino, altro amministratore di fatto della Alma, e Francesco Marconi, prestanome e rappresentante legale di alcune società del gruppo beneficiarie di indebite compensazioni. Ai domiciliari ci sono invece Carmine Franco, consulente del lavoro e intermediario abilitato all’incontro dei modelli F24 finiti all’attenzione degli inquirenti; Stefano Paloni, direttore di amministrazione, finanza e controllo di Alma; Marco Erhard, tenutario della contabilità delle società cartiere secondo l’accusa; Edoardo Rinaldi e Florinda Granozio, indicati nelle indagini come amministratori prestanome di società cartiere; Francesco Almanza e Pietro Di Monda, consulenti fiscali e per l’accusa responsabili dell’incontro telematico delle dichiarazioni Iva delle cartiere. I provvedimenti sono firmati dal gip Valentina Gallo, le indagini condotte dai finanzieri agli ordini del comandante Domenico Napolitano del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Oltre agli arresti sono scattati anche sequestri di beni e quote societarie, per un importo che non arriva ai 70 milioni di euro stimati come danno all’Erario.

LA FRODE
Avveniva in tre fasi e permetteva di non pagare le imposte e i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti attraverso una compensazione con crediti tributari fittizi. Si impiegavano a tal fine società cartiere che creavano un falso credito Iva con fatture inesistenti. Il credito veniva poi ceduto alle compagini operative del gruppo con un contratto di accollo e infine le imprese del gruppo Alma azzeravano i loro carichi tributari e contributivi, utilizzando in compensazione il falso credito Iva acquisito attraverso gli atti di accollo. «La società Alma è esclusivamente uno sponsor del Team Pramac senza avere con esso nessun rapporto societario» fa sapere la Pramac, precisando che la società è di proprietà della Pramac Racing e che Scavone non ricopre alcuna carica nella scuderia motociclistica che partecipa alle competizioni del motomondiale nella classe Moto Gp.

Anche la Pallacanestro Trieste ha tenuto a fare delle precisazioni, considerato che Scavone è il presidente della squadra di basket Alma Trieste di serie A1: «Pallacanestro Trieste 2004 risulta del tutto estranea rispetto ai fatti oggetto di indagine».

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