Anziana uccisa a Napoli, caccia nel rione: la donna pedinata dagli aguzzini

Anziana uccisa a Napoli, caccia nel rione: la donna pedinata dagli aguzzini
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 27 Marzo 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:29
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Un omicidio anomalo. Più passano le ore e più aumentano i dubbi e le domande sul delitto di Stefanina Fragliasso, la donna di 76 anni trovata morta nella sua abitazione di via Santa Lucia ai Filippini, a Gianturco. Certezze pochissime, interrogativi tanti. A cominciare dalle cause che hanno portato al decesso dell'anziana: su questo la parola finale la si potrà scrivere solo dopo l'autopsia. Ma i dubbi e le incongruenze che alimentano il giallo sono tanti. Proviamo a esaminarli.
 
Indagini in corso dei carabinieri, coordinati dal sostituto Luciano D'Angelo e dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, che dirige la sezione «Criminalità comune» dell'ufficio inquirente guidato da Giovanni Melillo. La pista finora seguita è quella della rapina. Ma anche su questo punto ci sono da svolgere ancora importanti approfondimenti. Non è ancora del tutto chiaro che cosa sia stato portato via da quell'appartamentino al terzo piano di un parco nel quale ci sono alcune telecamere di videosorveglianza (alcune delle quali sarebbero risultate fuori uso). Su quelle poche immagini acquisite lavorano gli inquirenti, anche se i fotogrammi non evidenzierebbero particolari utili all'indagine. 

Il giallo si infittisce anche sulla parentela con il procuratore Nunzio Fragliasso. Il magistrato ha spiegato che, a differenza di quanto dichiarato dal marito e dalla figlia della vittima ai giornalisti e alle forze dell'ordine sul posto, la donna non è sua parente.

Una delle poche certezze finora acquisite è che ad assalire, imbavagliare e legare la vittima fino ad ucciderla (forse per soffocamento) siano state almeno due persone. Ma come sono riuscite a entrare nell'appartamento, se è vero che non ci sono segni di effrazione sulla porta d'ingresso? Prende corpo un'ipotesi: che l'assassino (o gli assassini) sia riuscito ad introdursi nel parco pedinando la donna che tornava a casa dopo aver fatto la spesa; e dopo averla seguita fino all'uscio di casa abbia approfittato del momento in cui inseriva le chiavi nella serratura, spingendola poi all'interno prima di colpirla e legarle i polsi con delle fascette, coprirle occhi e bocca con del nastro isolante (sul quale sono in corso esami dattiloscopici per individuare eventuali impronte digitali).

E tuttavia qualcosa non quadra: il palazzo dove viveva la vittima si trova all'interno di un parco popolare sempre molto trafficato. L'aggressione si è verificata poco prima delle dieci del mattino: in un orario di punta per i residenti. Avrebbe rischiato tanto, magari incappando in scomodi testimoni lungo le scale o facendosi comunque notare in un luogo nel quale tutti si conoscono e un estraneo viene facilmente notato? Ed ancora: perché coprire gli occhi della povera donna se poi si aveva l'intenzione di ucciderla?Anche ieri tra i residenti della zona è circolato un passaparola ricorrente sin dalle prime ore del delitto: da qualche giorno gli abitanti del parco avrebbero notato la presenza di alcuni uomini, giovani probabilmente di origine slava, che si sarebbero aggirati con fare sospetto all'esterno del parco. Circostanza, anche questa, tutta da verificare. Come si fa sempre, in casi simili, gli investigatori non trascurano di setacciare gli ambienti dei pregiudicati con precedenti specifici. Verifiche anche su alcune utenze cellulari, per incrociare eventuali presenze agganciate dalle «celle» dei gestori telefonici; e negli ambienti dei ricettatori di preziosi.
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