Torre del Greco: «In cabina
lo scambio con schede già votate»

Torre del Greco: «In cabina lo scambio con schede già votate»
di Dario Sautto
Giovedì 4 Aprile 2019, 09:59 - Ultimo agg. 14:05
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«Anche altri candidati hanno comprato voti con soldi e pacchi alimentari». Una frase contenuta nel verbale di interrogatorio di Giovanni Massella potrebbe scatenare un ulteriore terremoto giudiziario sull'ultima tornata elettorale di Torre del Greco. Infatti, i nomi di almeno altri cinque consiglieri comunali in carica, dello stesso sindaco Giovanni Palomba e del primo dei non eletti vengono tirati in ballo nelle pagine dell'inchiesta della Procura di Torre Annunziata sulla presunta corruzione elettorale alle ultime elezioni di Torre del Greco. Sì, perché tra chat e dichiarazioni di uno degli arrestati e i verbali del collaboratore di giustizia Giuseppe Pellegrino vengono fuori nomi di candidati al consiglio comunale e di tre aspiranti sindaco, tra cui l'attuale primo cittadino.

LE ACCUSE
Se il sindaco Palomba ha già negato ogni addebito «e la prova è che non sono indagato», più di un dubbio lasciano anche le amare considerazioni del gip Antonio Fiorentino, che ha firmato l'ordine per quattordici misure cautelari, quattro in carcere, altrettante ai domiciliari e sei con divieto di dimora. In questo elenco di nomi figurano due consiglieri comunali in carica, Stefano Abilitato (ai domiciliari) e Ciro Piccirillo (divieto di dimora in Campania), e dell'aspirante assessore Simone Magliacano (anche per lui arresti a casa), accusati a vario titolo di voto di scambio e rivelazione di segreto d'ufficio. Voto di scambio avvenuto, secondo gli investigatori, pagando somme tra i 20 e gli 80 euro per ogni voto, ma anche regalando pacchi alimentari dell'Unicef con marchio UE non commerciabili, garantendo assunzioni a tempo determinato nella ditta di nettezza urbana e promettendo la stabilizzazione dopo le elezioni. «Un criminale mercimonio di voti, indegno in un paese civile» scrive il gip, cogliendo negli atti d'indagine firmati dal procuratore Sandro Pennasilico e dall'aggiunto Pierpaolo Filippelli, che hanno coordinato i carabinieri della compagnia di Torre del Greco agli ordini del capitano Emanuele Corda, in cui compaiono altri nomi «eccellenti».

 

NOMI ECCELLENTI
E i dubbi del giudice sono anche sulle precedenti tornate elettorali. Non risultano formalmente indagati il sindaco Giovanni Palomba, così come gli altri candidati alla poltrona di primo cittadino e oggi consiglieri di opposizione Romina Stilo e Luigi Mele, ma vengono citati molto spesso dagli indagati, che li incontrano anche. Alcuni passaggi, però, meritano un approfondimento. Innanzitutto per il luogo scelto per la presunta compravendita di voti: il seggio Ipam, l'istituto per le attività marinare nella zona porto, dove votano i residenti del quartiere San Giuseppe alle Paludi, il quartiere più «povero» di Torre del Greco, in cui è più facile trovare persone disposte e scambiare la preferenza con una banconota. Se le indagini dei carabinieri hanno ricostruito una cinquantina di voti comprati dai galoppini di Abilitato, mister 927 preferenze, le immagini del video di Fanpage mostrano i volantini di Simone Gramegna, altro consigliere eletto in maggioranza. E, sempre in zona, Massella senior racconta che «Piccirillo faceva il sistema della scheda ballerina». Il consigliere poliziotto, ad oggi indagato solo per aver avvisato proprio Giovanni Massella di un imminente controllo dei colleghi del commissariato di Torre del Greco all'esterno del seggio domenica 10 giugno, avrebbe sfruttato schede già votate, consegnate ad elettori che poi riportavano schede vergini timbrate da riutilizzare.

LA SPESA
E poi c'è Carmine Gentile, altro candidato di Palomba (511 voti), primo dei non eletti ed ex consigliere comunale, che dice il pentito Pellegrino «ha comprato borse di carne in macelleria per i voti». Salvatore Marrazzo, indagato a piede libero, mostra il suo voto fotografato: sulla scheda ci sono i nomi di Mario Buono (eletto all'opposizione in sostegno di Romina Stilo) e Carmela Iacomino. «Per quel voto mio cugino mi ha dato 20 euro» ha ammesso Marrazzo. Buono e la Stilo ricompaiono dopo l'aggressione subita da Abilitato, schiaffeggiato in zona porto dal pescivendolo Vincenzo Izzo, che sostiene i due contro il gruppo di Palomba.

Infine, c'è il riferimento anche a Luigi Mele, pure lui consigliere d'opposizione, candidato sindaco sconfitto al ballottaggio. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Pellegrino ha raccontato agli inquirenti che «anche alle ultime elezioni Mele ha comprato i voti per essere eletto, me lo ha riferito mia cugina. L'inquinamento del voto a Torre del Greco era notorio a tutti prima che si tenessero le elezioni». Intanto, oggi ci saranno i primi interrogatori di garanzia: dinanzi al gip sfileranno Ciro e Giovanni Masella (avvocato Alessandro Motta), Giuseppe Mercedulo, Andreina Vivace e Francesco Sallustio.
 
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