Napoli, Anm verso lo sciopero:
​«Non vogliamo i privati»

Napoli, Anm verso lo sciopero: «Non vogliamo i privati»
di Luigi Roano
Giovedì 4 Aprile 2019, 09:44
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La mediazione del prefetto Carmela Pagano non scongiura la possibilità di uno sciopero di Anm. Il vertice in prefettura con le parti sociali e il Comune - la Regione non si è presentata, era atteso il presidente della commissione trasporti Luca Cascone - per i sindacati ha dato «esito negativo perché non c'è certezza sul futuro dell'Azienda napoletana mobilità». Si va dunque verso un nuovo sciopero e il tema della protesta è quello ormai noto, il 31 dicembre scade il contratto tra Anm e la Napoli holding. Da quel giorno la società del Comune può solo ottenere una proroga in attesa della gara che deve bandire la Regione titolare della questione trasporti. Il Comune al riguardo ha garantito i suoi 54 milioni nel previsionale 2019-2021.

 

IL VERTICE
Il terrore dei sindacati è che l'Anm vada sul mercato, ai privati, questo il senso che hanno portato al tavolo del vertice. A rappresentare il Comune gli assessori Mario Calabrese (Trasporti) e Monica Buonanno (Lavoro) quindi le parti sociali che, attraverso un comunicato, fanno sapere come stanno le cose dal loro punto di vista. A parlare è Adolfo Vallini: «È inaccettabile l'assenza di un adeguato piano di programmazione strategica del trasporto pubblico locale e la definizione dei servizi minimi a favore della città di Napoli, sia su ferro che su gomma - scrivono le Usb, Orsa e Faisa Confail - vogliamo che l'Anm resti pubblica, quindi dei cittadini, ed unica, ferro, gomma e sosta». I «servizi minimi» sono quelli che eroga la Regione e ammontano a 58 milioni e sono il motivo dello scontro in atto tra Comune ed ente di Santa Lucia, per il Municipio napoletano sono pochi, per la Regione no. Per le parti sociali lo «scenario che si prefigura a fine proroga potrebbe essere peggiore dell'attuale con l'ingresso dei privati». La Faisa Cisal - con Franco Falco - annuncia: «Lo sciopero che faremo sarà a difesa dei diritti dei cittadini».

IL BILANCIO
Incassi per un miliardo e 64 milioni, nessun taglio al welfare e garanzie per i contratti delle partecipate. Con la solita palla al piede degli incassi delle multe che restano molto al di sotto delle aspettative. In estrema sintesi questa la manovra che Palazzo San Giacomo si appresta a portare in Consiglio comunale entro le prossime due settimane. Entrate le cui principali fonti sono quelle dei tributi locali. Palazzo San Giacomo stima di incassare dalla Tari 231 milioni, dall'Imu 205, dal Fondo di solidarietà comunale 328 e dall'imposta di soggiorno - che ha subito un incremento di 0,50 centesimi per alcune categorie alberghiere - 13 milioni. Risorse a cui si dovrebbero aggiungere 381 milioni di entrate extratributarie presumibilmente per un miglioramento dei servizi e della vendita di beni e il recupero sulle contravvenzioni al codice della strada. L'assessore al Bilancio Enrico Panini è soddisfatto: «Il bilancio preventivo 2019, pur dovendo fare i conti con il permanere di una stagione di tagli e scarsa attenzione agli enti in predissesto, opera una scelta concreta con il varo di un considerevole piano di assunzioni per cui l'ente ha stanziato 5 milioni». Saranno 1500 le assunzioni a tempo indeterminato. Sul fronte delle spese - al netto del Fondo crediti di dubbia esigibilità pari a 364 milioni - i contratti con le partecipate Asia 225 milioni, Napoli Servizi 78, Anm 54 e la spesa per il personale pari a 308 milioni. Panini sottolinea che nella manovra «è assicurata la refezione scolastica per 14 milioni, servizi di carattere culturale finanziati con l'imposta di soggiorno, oltre al welfare per 34 milioni». C'è da ricordare che entro le prossime 3-4 settimane arriveranno 200 milioni dalla Cassa depositi e prestiti per pagare i creditori dal 2016 a giugno 2018.
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