Il caso della Circum: «Giorni orribili, minacce e insulti ma mai dubitato dei nostri figli»

Il caso della Circum: «Giorni orribili, minacce e insulti ma mai dubitato dei nostri figli»
di Francesco De Sio
Venerdì 5 Aprile 2019, 09:09 - Ultimo agg. 09:10
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Per ammirare il volo della nottola di Minerva, simbolo di saggezza e giustizia nella mitologia greca, era necessario attendere con pazienza le ore del crepuscolo. L'allegoria aiuta a rendere l'idea dell'aria nuova che aleggiava ieri a San Giorgio dopo la scarcerazione del terzo indagato per il presunto stupro della Circum. A un mese esatto da quel giorno, i nuovi elementi evidenziati dal dibattimento che ha ridato la libertà anche a Raffaele Borrelli potrebbero cambiare in maniera significativa le carte in tavola. Il racconto della 24enne di Portici non sarebbe attendibile. I motivi, secondo i togati, andrebbero ricercati in alcuni disturbi psichici della ragazza che ne metterebbero in dubbio la credibilità ma che, paradossalmente, riuscirebbero a non aggravare la posizione di coloro i quali potrebbero averne tratto vantaggio.

Questione di malizia e di punti di vista, insomma. Fattori sufficienti, comunque, a far crollare l'impianto accusatorio e sancire la brusca inversione a U rispetto a quanto ordinato dal gip in prima istanza. Ecco così che ieri, accolto da un cielo uggioso, Raffaele «o' russ» - com'è chiamato dagli amici per la chioma inconfondibile - ha fatto ritorno a casa, scortato in macchina dalla mamma e dalle sorelle. Arriva poco prima delle 18, con la zia che lo aspetta al cancello. «La ragazza poco credibile? Lo sapevamo tutti - dice nell'attesa del nipote, reduce da un mese intero trascorso a Secondigliano - ci siamo tenuti dentro questo fardello per tutto questo tempo, ma la verità è che non c'è stato nessuno stupro». Nemmeno il tempo di finire la frase, che l'automobile con a bordo Borrelli fa manovra per entrare nel vialetto di casa. Il 18enne accenna un sorriso e si ripara con malcelata fretta dietro l'uscio. L'avvocato gli ha raccomandato di non parlare. La sorella e il marito, invece, si lasciano andare a qualche parola: «È la fine di un incubo per noi, abbiamo dovuto sopportare bugie e ingiurie per settimane, ma eravamo fiduciosi che la giustizia avrebbe fatto il suo corso e così è stato. Sono stati giorni orribili, qualcuno è arrivato addirittura a minacciarci, però ciò che conta è che adesso Raffaele è di nuovo qui con noi e sta bene. Al momento opportuno verrà chiarita ogni cosa».

 

LA FESTA
In effetti a casa Borrelli ad andare in scena è una sorta di festa di bentornato a cui partecipano sorelle, zie, nonne e persino una schiera di ragazzini, tutti sui 10 anni, al seguito della macchina. Non una parola, nemmeno di circostanza, sulla 24enne: «Preferiremmo evitare di dire altro, di queste cose sie occupa l'avvocato». Il legale, il penalista Massimo Natale, sceglie tuttavia la strategia del mutismo, evitando di rispondere al telefono. A parlare è invece Emanuele Izzo, avvocato di Alessandro Sbrescia: «Con tutto il rispetto per i professionisti che hanno svolto le loro perizie, credo che uno screening psicologico così accurato sia difficile da stilare dopo poche ore di esami. Ho poi sentito parlare di referti medici che accerterebbero lo stupro, ma non ne esistono: esiste un rapporto del Loreto Mare che parla di arrossamenti, un secondo documento del Pellegrini che non fa emergere nulla dall'analisi della cavità orale. Sono state diffuse molte imprecisioni». Da tutelare, ora più che mai - lo ammette anche il legale - c'è comunque la reputazione di una ragazza psicologicamente forse troppo fragile per reggere il peso di una «controndata» di odio e offese. In attesa che la civetta di Minerva completi il suo volo per far piena chiarezza su quanto accaduto in quell'ascensore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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