L'acqua è il motore di tutto. La sua forza spinge le pale orizzontali che muovono la macina fatta di pietra lavica. La semola migliore al mondo arriva dal grano che si impasta a Gragnano, unica proprio per la purezza delle acque. Era il 1200 quando i primi mulini si insediarono ai piedi dei Monti Lattari, in quella che fu poi definita Valle dei Mulini appunto, dove si impastava la migliore farina del regno, usata nei forni napoletani e persino da Masaniello nella rivolta del 1647, e dove solo dopo si passò alla produzione di semola. Dal grano tenero si passò a quello più duro che arrivava dai comuni dell'Avellinese, dal tavoliere delle Puglie e dalla Russia e che serviva per formare la pasta che veniva esportata anche in America proprio perché non ammuffìva, perché pura. Ieri le macine sono tornate in funzione grazie alla buona volontà e determinazione di un gruppo di residenti che hanno fatto del loro sogno una realtà. «Siamo diventati manovali, carpentieri e muratori - spiega il professore Giuseppe Di Massa del Centro di storia e cultura di Gragnano - abbiamo rifatto il tetto a botte, porte e finestre dell'antico mulino. Poi grazie agli imprenditori siamo riusciti a ricreare il sistema di macina e di recupero delle acque».
Gragnano è unica sia per la fattezza dei mulini, sia per il sistema idrico che permetteva di riutilizzare l'acqua attraverso dei ponti canali (oggi con una pompa) da mandare al mulino più in basso e così via. Come se gli anni non fossero trascorsi, ieri al Mulino Porta Castello di Sopra tutto è tornato come un tempo. Si tratta del primo dei 13 manufatti presenti nella valle che è stato riattivato grazie ad un lavoro di squadra che ha messo insieme mondo dell'imprenditoria, comune e volontari. In primis le famiglie Liguori e Scola, che hanno deciso di affidare in comodato gratuito i due mulini di cui sono proprietarie al Centro di storia e cultura. «Tre anni fa ci furono consegnati i mulini - spiega Di Massa - da quel momento abbiamo capito che il nostro sogno di ragazzini si sarebbe potuto avverare. Per noi la Valle è un luogo felice dove facevamo il bagno cinquant'anni fa e ci rifugiavamo quando si marinava la scuola. Ora gli studenti tornano in questo luogo incantato ma per capire l'importanza dell'acqua e del rispetto dell'ambiente».
Di vicissitudini, la valle che ha reso Gragnano nota in tutto il mondo ne ha avute tante, ha anche visto passare dinanzi a sé finanziamenti importanti che non sono stati sfruttati, ma ora il motore si è rimesso in azione e l'anno prossimo tornerà funzionante anche un secondo mulino, mentre l'amministrazione si è attivata per recuperare i 5 edifici di sua proprietà. «Un primo passo è stato compiuto dice il sindaco Paolo Cimmino grazie al lavoro dei volontari e grazie a tanti protagonisti. La nostra intenzione è quella di perseguire questa strada attraverso il piano strategico della città metropolitana che sarà investito interamente per il recupero dei mulini e della Valle, patrimonio non solo di Gragnano ma di tutta la regione».
Il recupero delle strutture oggi ha un valore didattico e turistico.