​Sanità umbra, altri primari e politici nell’inchiesta. La Marini: «Io resto»

Sanità umbra, altri primari e politici nell’inchiesta. La Marini: «Io resto»
​Sanità umbra, altri primari e politici nell’inchiesta. La Marini: «Io resto»
di Federico Fabrizi
Domenica 14 Aprile 2019, 00:05 - Ultimo agg. 08:24
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PERUGIA Non solo i primi trentacinque indagati. Gli inquirenti al lavoro sul sistema di assunzioni pilotate all’ospedale di Perugia ritengono che l’inchiesta sia destinata ad allargarsi. Da quel quadro «di prolungata e abituale attività illecita», descritta nell’ordinanza firmata dal gip Valerio d’Andria devono ancora emergere nomi, ruoli e accuse. 

L’indagine coordinata dai sostituti Mario Formisano e Paolo Abritti, sotto la supervisione del procuratore capo di Perugia Luigi De Ficchy, ha portato ai domiciliari l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini (Pd), il segretario regionale dem Gianpiero Bocci e il direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca, ma non è finita qui. Gli uomini della Guardia di Finanza - che hanno utilizzato un software “troian” nei cellulari degli indagati per captare informazioni anche al di fuori delle telefonate - stanno passando al vaglio un’ampia rete di favori e relazioni in cui sono coinvolti primari, politici e dirigenti di altri enti pubblici. Il sistema prevedeva la scelta degli “amici” da piazzare nelle commissioni d’esame, quelli a cui chiedere perché capaci rispondere. E poi gli uomini di collegamento: politici non di primo piano incaricati di trasferire nomi e informazioni da un punto all’altro della rete. Gli inquirenti spiegano di essersi trovati ad affrontare «un muro di omertà», per far luce su una situazione «bloccata» da diversi anni.

Ma non saranno solo le Fiamme Gialle a mettere occhi e orecchi sulla sanità umbra. La ministra Giulia Grillo ha attivato l’unità di crisi al dicastero della Salute, ieri pomeriggio la prima riunione: «Invieremo una task force – ha spiegato la Grillo – per valutare la sicurezza delle cure nella regione e la situazione dell’ospedale di Perugia, ma crediamo anche sia necessaria una verifica straordinaria della qualità di tutti i reparti degli ospedali umbri». Non solo, il ministro ha annunciato pure che domani scriverà ai presidenti delle due Camere «affinché prima possibile venga calendarizzata la proposta di legge M5S per la modifica del sistema di nomine dei manager della sanità». 

E ieri pomeriggio, negli stessi minuti in cui ieri la Grillo partecipava alla riunione dell’unità di crisi, a Perugia in una stanza al pian terreno del palazzo della giunta regionale, la governatrice Catiuscia Marini - indagata - spiegava di fronte a telecamere e taccuini le ragioni del suo “non mollo”. «Dichiaro assoluta estraneità ai fatti», ha scandito la presidente, volto tirato e un foglio di appunti scritti a penna sotto. «Ho appreso grazie al puntuale lavoro degli inquirenti una situazione sconcertante, se confermata molto grave per la nostra regione. Sono d’accordo con il segretario del Pd Zingaretti nel chiedere un’indagine non solo celere ma che arrivi all’accertamento della verità».

In mattinata i parlamentari umbri della Lega avevano lanciato la loro campagna: #marinidimettiti, aggiungendo di essere pronti ad esprimere un candidato presidente (in pole position c’è la senatrice del Carroccio Donatella Tesei). Poi il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, a Perugia per il congresso di Forza Italia, ha rincarato la dose: «Credo si debba andare a nuove elezioni, si è conclusa la stagione dello strapotere del Pd attraverso la macchina organizzativa della Regione che serviva ad assumere persone per controllare politicamente il territorio: chiediamo un rinnovamento». 

Ma Catiuscia Marini, per ora, è decisa resistere: ha distribuito le deleghe dell’assessore Barberini fra gli altri della sua squadra e annunciato che domani avvierà le procedure per la nomina di un commissario per l’ospedale di Perugia.

«I cittadini vogliono risposte, ma anche il Pd - ha ribadito la governatrice - non mi troverete nella polemica politica... ogni azione sarà improntata al massimo rispetto delle finalità pubbliche e alla mia piena autonomia. Qui stiamo parlando di una regione “benchmark” del sistema sanitario, di equilibrio della spesa: questo va messo al sicuro. Voglio ribadire disponibilità incondizionata a mettere a disposizione ogni elemento in mio possesso, anche quelli che potrebbero essere nella mia disponibilità e che cercheremo di fare emergere. L’azione di trasparenza, correttezza e lealtà dell’amministratore pubblico è centrale, è il motivo per cui mi sento di dire che voglio solo ricercare la verità».

federico.fabrizi@ilmessaggero.it

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