Segreti napoletani: le janare
e il maiale della Pietrasanta

Segreti napoletani: le janare e il maiale della Pietrasanta
di Andrea Ruberto con Marco Perillo
Domenica 14 Aprile 2019, 08:29 - Ultimo agg. 15 Aprile, 06:22
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Ci troviamo nei pressi del campanile della Pietrasanta, uno dei pochissimi esempi dell’arte romanica a Napoli. Al suo interno sono conservati i resti di un tempio pagano, secondo molti dedicato alla dea Diana, una dea che sprigionava le forze della natura. Le sue sacerdotesse erano chiamate Dianare, da cui il napoletano “ianare”, streghe. Esse compivano infatti dei rituali molto particolari e in particolare nella notte tra il cinque il 6 gennaio salivano sulla collina della città e iniziavano a danzare forsennatamente attorno agli alberi. Con l’avvento del cristianesimo quest’area cadde nel degrado più totale e del tempio dedicato alla dea Diana rimasero solo resti. Su questi imperversava un diabolico maiale dall’aspetto demoniaco, con un grugnito spaventoso. Nel 533 il vescovo Pomponio ebbe in sogno la visita della Madonna che gli diede istruzioni molto chiare su come far scomparire il maiale: costruire una chiesa sulle rovine di quel tempo. Fu così che venne edificata la chiesa della Pietrasanta, dedicata proprio alla vergine Maria. Da quel momento l’essere demoniaco scomparse e divenne tradizione sgozzare un maiale il cui sangue irrorava questi luoghi proprio dalla finestrella del campanile.
 
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