Crollo agli Incurabili, il piano della Asl per il salvataggio

Crollo agli Incurabili, il piano della Asl per il salvataggio
di Ettore Mautone
Lunedì 15 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:12
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Incurabili, il commissario della Asl Ciro Verdoliva, a distanza di una settimana dallo sgombero di cittadini, operatori e pazienti, accende i fari su ciò che avverrà nelle prossime settimane. «Qui si parla della vita di intere famiglie - spiega - e di beni artistici di grande valore nonché di un servizio assistenziale riferimento per il centro storico, ma non si può prescindere dalla eliminazione delle cause del dissesto in evoluzione. Né da un adeguamento sismico delle strutture portanti. Per fare ciò è necessario individuare le fonti di finanziamento per sostenere un serio progetto di restauro».
 
«Il Complesso degli Incurabili - ricorda il manager - è interessato, da anni, da un dissesto in evoluzione. I tecnici ritengono che si tratti di una sofferenza dell'interazione tra terreno e fabbricato». Il manager è netto sul rischio crolli: «Negli ultimi tempi - aggiunge - si è arrivati a una situazione critica, il pericolo è che crollino i solai anche senza particolari sollecitazioni». In parole povere il terreno frana sotto le grandi mura portanti e potrebbero venire giù parti di quel fabbricato. E alla situazione dei nuclei familiari è rivolta la massima attenzione. Verdoliva ha già attivato nuclei di supporto morale, psicologico e materiale fornendo anche il vitto e il trasporto con navetta dalla periferia alle abitazioni alle quali si accede solo accompagnati dai vigili del fuoco. «L'obiettivo - aggiunge - è trovare in tempi rapidissimi una soluzione per garantire un alloggio nelle vicinanze. L'Asl ha sollecitato Prefettura e Comune per trasferire la gestione della crisi abitativa a chi, per ruolo istituzionale, deve assumersi le responsabilità risolvendo una crisi che non deve restare sospesa».

L'altro nodo riguarda l'assistenza clinica. Unità mediche e chirurgiche sono state temporaneamente trasferite all'Ospedale del Mare. «Gran parte di questo personale - spiega Verdoliva - sarà riassegnato ad altri presidi in cui è necessario integrare il personale carente. In altri casi - aggiunge - l'obiettivo sarà di preservare l'integrità di alcuni team di eccellenza». In totale si tratta di 40 medici e un centinaio di unità professionali. Da stamattina scatta la possibilità di indicare le preferenze. Incrociando i fabbisogni saranno avviati trasferimenti e assegnazioni. Gli Incurabili, nel piano ospedaliero, è annesso al Pellegrini che ha il pronto soccorso ma manca la Medicina d'urgenza. Anche il Loreto e l'ospedale San Paolo soffrono di vuoti in organico. Le unità dirottate a Napoli est sono Medicina interna (10 medici, 15 infermieri e 4 operatori sanitari), Chirurgia generale (17 medici, 15 infermieri e 5 operatori oltre al personale del blocco operatorio formato da 2 infermieri e 1 operatore ausiliario), l'Urologia (5 medici), la Rianimazione (8 medici e 10 infermieri). Proprio per la Chirurgia l'obiettivo è salvaguardarne la specificità. Il team è attivo soprattutto in oncologia. L'attività è cruciale per tenere basse le liste di attesa e drenare le crescenti richieste a valle degli screening per i tumori che la Asl sta portando avanti nei vari distretti. Almeno tre chirurghi sono alle soglie della pensione. Una delle opzioni è la collocazione nel vicino policlinico del centro storico a beneficio della popolazione residente. Soluzione che riunificherebbe anche l'attività ambulatoriale (sono attivi una dozzina di gabinetti chirurgici e diagnostici) già traslocata a Piazza Miraglia. Sempre al Vecchio policlinico dovrebbero approdare l'ambulatorio di epatologia (3 medici e 1 infermiere) e di ginecologia oncologica. Più incerta la destinazione della Rianimazione vista la carenza di anestesisti nella Asl. Il resto (Radiologia, Urologia, direzione di presidio, Anatomia patologica e la Fisiatria) saranno divisi in base al fabbisogno.

Qui, la decisione assunta con Regione e Sovrintendenza è di non allontanare il tesoro degli Incurabili dalla matrice architettonica dei luoghi. La soluzione è tenere i manufatti e le opere proprio agli Incurabili, dove saranno custodite ma anche ammirate in una sorta di deposito d'eccellenza in un'area indenne dal dissesto coerentemente con il piano di salvare il Complesso monumentale nella sua interezza compresa la missione dello storico ospedale.
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