«Museo mai aperto», al rione Sanità protesta col fantoccio di Totò

«Museo mai aperto», al rione Sanità protesta col fantoccio di Totò
di Giuliana Covella
Martedì 16 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo agg. 17:28
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Un manichino affacciato al balcone del primo piano in via Santa Maria Antesaecula 109, dove Totò abitò fino all'età di 24 anni. Quasi un Totò in carne ed ossa il pupazzo che, nel giorno del cinquantaduesimo anniversario della morte dell'attore, i residenti hanno provocatoriamente posizionato al piano inferiore della casa dove l'artista visse con la madre Anna Clemente. Un modo per rispondere alle tante promesse mancate delle istituzioni. A partire dal Museo Totò, che oggi attende ancora di vedere la luce al terzo e quarto piano del Palazzo dello Spagnuolo in via Vergini. E che ora sembrerebbe finalmente in dirittura d'arrivo. Ad annunciarlo è l'assessore alla Cultura del Comune di Napoli Gaetano Daniele: «Non posso dire di più, ma aprirà prossimamente». «Ne sono felice - dice Elena De Curtis, nipote dell'attore - sarebbe il giusto tributo a mio nonno».
 
Una lunga storia, o meglio un'odissea, iniziata nel 2000 quando la Regione, proprietaria dell'immobile, diede la struttura in comodato d'uso al Comune per realizzare un museo dedicato al principe De Curtis, comodato che scadrà nel 2025. Dopo 19 anni di annunci, promesse, speranze e finanziamenti a pioggia (circa 2 milioni di euro dal 2000 ad oggi) le stanze all'interno dello storico palazzo ai Vergini sono tuttora inaccessibili. Da qui l'iniziativa promossa da Francesco Ruotolo, consulente speciale alla memoria della III Municipalità: «Nel giorno dell'anniversario dalla scomparsa, il 15 aprile 1967, insieme ai fratelli Giordano e ad altri residenti abbiamo voluto ricordare Totò con quel manichino dal viso di silicone, realizzato per 60 euro da una fabbrica di Zurigo. Un grande comico nato al Rione Sanità, ma qui ignorato. Mentre ogni altra città lo avrebbe degnamente ricordato con convegni, spettacoli, un premio internazionale cinematografico e, soprattutto, con il Museo a lui dedicato che aspettiamo da quasi due decenni». C'è stato finanche un libro-inchiesta su quello che è a tutti gli effetti un Museo fantasma: «Totò Memories - Vent'Anni di Inutili Attese» di Carlo Maria Alfarano, Annalisa d'Inverno, Daniela Giordano (Marotta&Cafiero), che racconta la travagliata vicenda del luogo, tra cimeli mai esposti nelle teche, sale danneggiate da infiltrazioni e un ascensore, la cosiddetta vanella, la cui costruzione è rimasta bloccata per anni per la mancata autorizzazione dei condomini.

Ma rassicurazioni ora arrivano dall'assessore Daniele: «Posso dire con certezza che c'è un finanziamento che è stato garantito grazie al nostro assessorato, ma non possiamo dire di più, dato che rientra in una serie di progetti che riguarderanno spazi teatrali in diverse zone della città, anche in periferia, e di cui daremo comunicazione insieme con il sindaco de Magistris a breve». Interpellata sulla questione Elena De Curtis, nipote di Totò che ha fondato l'Associazione Antonio De Curtis in arte Totò, dice: «Ne sono ben felice. Ho fatto una promessa a mia madre Liliana e trovo giusto il tributo al nonno, a partire dalla casa di via Antesaecula. Anche noi come associazione ci stiamo muovendo per realizzare uno spazio al Rione Sanità, che sta vivendo un grande fermento culturale»
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