​Umbria, nei concorsi truccati la “protetta” della governatrice

Umbria, nei concorsi truccati la “protetta” della governatrice
​Umbria, nei concorsi truccati la “protetta” della governatrice
di Luca Benedetti e Michele Milletti
Martedì 16 Aprile 2019, 00:02 - Ultimo agg. 15:30
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Con le prime ammissioni di chi ha ricevuto la spintarella e il non stupore di chi ha perso, l’inchiesta della procura di Perugia su sanità e favori batte colpi importanti. E mette mattoni che danno sostanza al lavoro della guardia di Finanza. Il capo della procura Luigi De Ficchy e i sostituti Mario Formisano e Paolo Abbritti hanno iniziato a infilare le testimonianze di chi ha sfilato davanti alle commissioni addomesticate dei concorsi dell’ospedale finiti sotto inchiesta. E chi aveva il compito fatto in tasca ha ammesso. Con le domande in tasca è arrivata, secondo l’accusa, anche chi aveva come sponsor Catiuscia Marini, presidente Pd della giunta regionale. La Finanza ascolta Duca, dipinto come il grande esperto per sistemare i puzzle dei concorsi addomesticati, e ascolta anche la presidente.

«Gli ho detto “i posti sono già finiti”...». È Duca che si sfoga con il direttore amministrativo Valorosi (finito anche lui ai domiciliari assieme all’ex sottosegretario all’Interno e segretario regionale del Pd, Gianpiero Bocci, e all’assessore alla Sanità, anche lui del Pd, Luca Barberini) fotografando la situazione delle pressioni subite dai «referenti politici» per segnalare persone da far avanzare in uno dei concorsi finiti nel mirino degli investigatori.
Tra i referenti, almeno per un concorso e un nominativo, c’è anche Catiuscia Marini. Che si spende personalmente per una parente di un dirigente della Legacoop Umbria. Il tramite tra la governatrice e la candidata è una certa Marisa: «Ti mando la Marisa?» chiede la Marini a Duca per mandare «a prendere le domande da consegnare alla candidata, ma Duca tentenna e così la Marini chiama Valentino Valentini, suo consigliere politico - scrivono i pubblici ministeri -. La Marini dice a Valentini di mettere le tracce della prova scritta in una busta e di portarle alla “…Marisa, quella della Lega Coop…”» così da farle avere alla candidata. «Mettetela dentro» raccomanda a Duca. Ma qui sorge un problema: la donna non ha i titoli per partecipare al concorso. Sempre dai dialoghi intercettati e trascritti nelle oltre 500 pagine di richiesta di misura cautelare dei pm perugini: «Marini: “Poi mettice anche, che c’ha la laurea...”. Duca: “e questa è la domanda... la domanda importante… dopo, adesso lo verifico”. Marini: “Quale domanda?”. Duca: “…di essere in possesso di diploma di istituto tecnico commerciale geometra conseguito…”. Marini: “No, geometra”. Duca: “Vabbé, comunque cercamo… sta tranquilla». Finirà che la candidata non potrà terminare il concorso perché non in possesso dei titoli richiesti, ma verrà spostata in un’altra selezione.

C’è chi ha ammesso davanti ai magistrati. De Ficchy, Formisano e Abbritti anche ieri hanno ascoltato a lungo tanto i raccomandati quanto i bocciati, oltre ai componenti delle commissioni. La procura incassa le prime ammissioni. «C’è stata una gara a fermare le indagini» dice De Ficchy in un contesto caratterizzato da una «profonda omertà» dove anche chi è stato danneggiato non ha avuto «il coraggio di denunciare». 

C’è un passaggio sugli appalti che i pm sottolineano in neretto. «…Le uniche cose dove tu... ci puoi rimettere il fondoschiena per intero… sono …i concorsi e le gare d’appalto» dice Duca a una giovane dottoressa che si è presentata assieme alla zia dirigente comunale per avere un aiuto in vista di un concorso. E proprio gli appalti possono essere il prossimo passo dell’indagine. A partire da quella richiesta di aiuto in una selezione all’ospedale per la figlia del dirigente di un’azienda con cui l’ospedale ha firmato un appalto da oltre un milione d’euro.
 

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