Sanità umbra, Marini si è dimessa. Zingaretti: «Ha messo al primo posto la Regione»

Sanità umbra, Marini si è dimessa. Zingaretti: ha messo al primo posto l'Umbria
Sanità umbra, Marini si è dimessa. Zingaretti: ha messo al primo posto l'Umbria
di Simone Canettieri
Martedì 16 Aprile 2019, 15:19 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 02:56
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Sanità umbra, Marini si è dimessa. Zingaretti: senso di responsabilità, ha messo al primo posto l'Umbria. C'era un forte pressing del Nazareno per far dimettere la governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini, coinvolta nell'inchiesta sulla sanità che ha scosso la sua giunta.

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L'annuncio è arrivato oggi pomeriggio al termine di una lunga riunione nel palazzo che ospita la sede della Giunta, nel centro di Perugia. Marini è indagata nell'inchiesta della procura di Perugia su alcuni concorsi per assunzioni che sarebbero stati pilotati all'ospedale del capoluogo umbro.


Le dimissioni sono state comunicate con una lettera inviata alla presidente dell'Assemblea Legislativa, Donatella Porzi. Marini le ha comunicate ai sensi dell'art.64, comma 3, dello Statuto regionale.

Zingaretti: con sue dimissioni Marini mette al primo posto l'Umbria. “Voglio ringraziare Catiuscia Marini, che con le sue dimissioni ha scelto di mettere al primo posto il bene della sua Regione. Catiuscia, in questi anni è stata al servizio delle istituzioni e dell’interesse generale e ha garantito all’Umbria sviluppo e qualità della vita e dei servizi. E’ stata una guida apprezzata per i suoi territori e benvoluta dalla sua comunità. Ora, sebbene in presenza di un’indagine che è ancora allo stato preliminare, ha scelto con responsabilità di fare un passo indietro proprio allo scopo di evitare imbarazzi e strumentalizzazioni per la sua Umbria. Da garantisti, aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso prima di emettere giudizi definitivi. Spero lo facciano tutti”. Lo dichiara in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti.



Marini: «Io sono una persona perbene
». «Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata 'fare l'interesse generale', da sindaco della mia Città, da Europarlamentare, ed in questi anni da Presidente di Regione. Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta, perché - credetemi - io non ho niente a che fare con pratiche di esercizio del potere che non siano rispettose delle regole e della trasparenza, rifuggendo sempre da consorterie e gruppi di potere».

Lo scrive la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nella lettera con la quale ha comunicato le sue dimissioni dall'incarico alla Presidente dell'Assemblea Legislativa, Donatella Porzi. «Le istituzioni - scrive Marini - vengono prima delle persone che le guidano e non possono avere ombre che rafforzerebbero il già difficile rapporto di fiducia con i cittadini. Ritengo doloroso, ma giusto, rassegnare ora le mie dimissioni da Presidente della Regione Umbria, perché ritengo di tutelare così l'Istituzione che ho avuto l'onore di guidare, salvaguardare l'immagine della mia regione e della mia comunità e al tempo stesso avere la libertà di dimostrare la mia correttezza come persona e come amministratore pubblico. So così di fare la cosa più giusta e più coerente con i miei valori, quelli della mia famiglia e con quelli della comunità politica a me più vicina. »Ringrazio chi in questi giorni difficili e complessi mi ha dato fiducia e attestati di stima. Mi pare importante mandare un saluto a tutti gli umbri ed alle popolazioni della Valnerina colpite dal sisma con le quali ho condiviso le fasi più difficili, ma umanamente più intense, del mio mandato istituzionale. So di fare la cosa più giusta per l'Umbria, questa mia bellissima terra, ricca di storia, cultura e valori di solidarietà«, conclude.

M5S:
«Dimissioni Marini? Da Zingaretti nemmeno il coraggio di mandarla a casa». «Dopo averlo sollecitato per giorni, Zingaretti non ha avuto nemmeno il coraggio di mandarla a casa. E alla fine la Marini, messa all'angolo, si è dovuta dimettere. Felici? No, siamo delusi da questa vecchia politica che giorno dopo giorno prova a spacciarsi come il nuovo ma rimane sempre la stessa: attaccata agli interessi personali e affaristici, sacrificando il merito e i diritti dei cittadini.
Non basta cambiare l'abito del Pd per spacciarlo come nuovo. Stiamo ripulendo il sistema da queste mele marce». Così il MoVimento 5 Stelle alla Camera.


«Dopo averlo sollecitato per giorni, Zingaretti non ha avuto nemmeno il coraggio di mandarla a casa. E alla fine la Marini, messa all'angolo, si è dovuta dimettere. Felici? No, siamo delusi da questa vecchia politica che giorno dopo giorno prova a spacciarsi come il nuovo ma rimane sempre la stessa: attaccata agli interessi personali e affaristici, sacrificando il merito e i diritti dei cittadini. Non basta cambiare l'abito del Pd per spacciarlo come nuovo. Stiamo ripulendo il sistema da queste mele marce». Così il Movimento 5 Stelle alla Camera.

De Michieli: «Di Maio vergogna, in 3 anni processi Raggi mai chiesto dimissioni». «Caro Di Maio vergognati tu. Parli di Zingaretti e delle dimissioni della Marini, che ci sono state, mentre hai aspettato tre anni sulle inchieste e sui processi della Raggi senza fare nulla. Anzi hai pure modificato il codice etico per evitare qualsiasi provvedimento a carico del sindaco della Capitale sotto inchiesta. Un minimo di decenza». Lo dichiara in una nota Paola De Micheli, coordinatrice del Pd.

Bernini (Forza Italia): «Con le dimissioni della Marini finisce il mito della diversità morale». «Le dimissioni della presidente della giunta regionale dell'Umbria sono la inevitabile conseguenza di un'inchiesta molto più che indiziaria. Ma soprattutto, questa brutta vicenda, che ha scoperchiato radicate pratiche clientelari, archivia in modo definitivo la presunzione della diversità morale di berlingueriana memoria che la sinistra ha sempre vantato ponendola alla base di un ingiustificato complesso di superiorità etica e politica del sistema di potere nelle regioni rosse». Lo dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

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