Crollo a Napoli, ecco l'angelo che ha aiutato Sebastian: «Parlo tedesco e l'ho tranquillizzato»

Crollo a Napoli, ecco l'angelo che ha aiutato Sebastian: «Parlo tedesco e l'ho tranquillizzato»
di Paolo Barbuto
Mercoledì 17 Aprile 2019, 18:10 - Ultimo agg. 18 Aprile, 06:28
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Ieri abbiamo raccontato il gesto di spontanea solidarietà di una giovane donna napoletana, una studentessa che si trovava lì per caso e non ha esitato a sostenere la famiglia di turisti tedeschi dal momento del crollo fino alla corsa verso l'ospedale. Un angelo che non aveva un nome perché aveva pensato a dare il suo aiuto a quelle persone in difficoltà piuttosto che presentarsi davanti a telecamere e taccuini per riscuotere il suo quarto d'ora di celebrità.
È stato difficile scovare quell'angelo senza nome ma ci abbiamo provato con tenacia perché sentivamo che non era giusto dimenticare in un attimo quel che aveva fatto. Alla fine ci siamo riusciti e ci siamo ritrovati a chiacchierare con una ragazza dolce e imbarazzata, inconsapevole della portata simbolica del gesto compiuto lunedì mattina.

Il sorriso lo vedete nella foto, il nome è Mariachiara Amato, 21enne di Capodimonte, studentessa di lingue e letterature europee alla Federico II, che lunedì era appena uscita dalla facoltà: «Ero sul marciapiede opposto a quello dov'è avvenuto il crollo. Sono accorsa come tanti altri, Sebastian era a terra sanguinante, cercavano di tenerlo sveglio ma parlavano in italiano. Io mi sono avvicinata e gli ho parlato in inglese. Quando ho scoperto che erano tedeschi ho iniziato a esprimermi nella loro lingua. Erano straniti e felici allo stesso momento».
Mariachiara studia francese e tedesco, è appena tornata dal semestre Erasmus a Dusseldorf, parla correttamente la lingua. Ha dato supporto al ragazzo e alla famiglia nell'attesa dei soccorsi: «Poi è arrivata l'ambulanza, ho dato una mano a tradurre quel che dicevano i soccorritori. Io e il papà di Sebastian eravamo all'interno, di fianco alla lettiga. L'autista dell'ambulanza mi ha chiesto se potevo seguirli in ospedale, ovviamente ho acconsentito».

Una chiamata a casa per raccontare ai genitori, attoniti, quel che stava accadendo e Mariachiara s'è ritrovata davanti al pronto soccorso dell'ospedale: «Hanno permesso l'accesso solo a me e al papà del ragazzo, mi chiedevano di tradurre tutto quel che dicevano, spiegavano ogni dettaglio degli esami ai quali avrebbero sottoposto il ragazzo. I termini tecnici li ho cercati sul vocabolario online», dice sorridendo. In ospedale è rimasta per più di un'ora, prima facendo da interprete per i medici, poi per dare sostegno alla mamma e al fratello del ragazzo che erano in attesa di notizie.

«Quando sono andata via, io e la mamma ci siamo abbracciate e ci siamo scambiate i numeri di telefono. Continuo a sapere costantemente quel che accade e sono serena perché adesso Sebastian sta meglio. Domani (oggi per chi legge ndr) tornerò a trovarlo». Si meraviglia quando sente dire che il suo gesto è un piccolo miracolo di solidarietà e d'affetto in un mondo sempre più distratto e autoriferito: «Non è vero - dice con forza - chiunque avrebbe fatto lo stesso. E comunque a me è sembrato giusto dare il mio aiuto a quelle persone in difficoltà».
 
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