Asl Avellino: furbetti del cartellino,
gli avvocati vanno all'attacco

Asl Avellino: furbetti del cartellino, gli avvocati vanno all'attacco
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 18 Aprile 2019, 08:27
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Furbetti del cartellino, sotto accusa la metodologia utilizzata per riconoscere i dipendenti finiti a processo e il calcolo delle ore di lavoro contestate. In aula, ieri mattina, è stato ascoltato l'assistente capo della Squadra Mobile di Avellino, Antonio Nero, e sono stati acquisiti i verbali relativi alle dichiarazioni, rese durante le indagini, dalle dirigenti Asl, Giannattasio e Santosuosso, che hanno contribuito all'identificazione dei dipendenti «furbetti».
 
I due funzionari avrebbero riconosciuto, visionando soltanto parte dei frames estrapolati dai video registrati con l'ausilio delle telecamere posizionate sulle varie uscite dell'Asl di via Degli Imbimbo, i dipendenti. In particolare la Santuosso avrebbe riconosciuto, dai frames parziali sottoposti alla sua visione, otto dipendenti e soltanto cinqu di loro sono finiti poi a processo. Molte le contestazioni mosse dai difensori, in quanto a loro avviso i due funzionari avrebbero dovuto visionare l'intero video registrato e non soltanto alcune parti. Un'udienza protrattasi per oltre cinque ore ed in cui gli avvocati Gaetano Aufiero, Giovanna Perna, Raffaele Bizzarro, Nello Pizza, Alberico Villani, Michele Fratello, Benny De Maio, Elisabetta Acone, Stefano Vozella ed Italo Benigni hanno duramente contestato la metodologia impiegata per il riconoscimento. Sul punto l'ispettore Nero ha replicato che «il video sarebbe stato visto più volte nella sua interezza, mentre ai due funzionari è stato scelto di sottoporre soltanto degli stralci».

Altre polemiche sono state mosse nei confronti dell'assistente capo Nero - addetto al calcolo delle ore di lavoro contestate ai presunti furbetti per le modalità utilizzate al fine di risalire a questo dato. In particolare ad avviso dell'avvocato Giovanna Perna non sarebbe stato preso in considerazione il contratto collettivo di lavoro che prevede le pause obbligatorie ogni 120 minuti, ma si è proceduto ad effettuare un mero calcolo aritmetico. Aspetti che nel conteggio complessivo avrebbero un'incidenza notevole. Il legale ha richiesto la nomina di un consulente per effettuare nuovamente il calcolo delle ore di lavoro contestate.

L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore, Fabio Massimo Del Mauro, si basa su un mese di indagine in cui ci sarebbero state evidenziate delle anomalie nella timbratura di cartellini, con una sottrazione media di 20-25 ore. Nell'inchiesta finì anche l'ex l'assessore ai Fondi Europei del comune di Avellino, Arturo Iannaccone, anch'egli rinviato a giudizio, che subito dopo il suo coinvolgimento nell'indagine presentò le dimissioni dagli incarichi pubblici ricoperti. Successivamente furono aggiunti ai 21 indagati iniziali - colpiti dalla misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici- altri 13 che avrebbero timbrato il cartellino per coloro che si assentavano, facendo in modo che risultassero presenti sul luogo di lavoro, mentre erano altrove. Anche l'ex dirigente medico del plesso sanitario di Avellino, Arturo Iannaccone, fu raggiunto dalla misura di sospensione dai pubblici uffici per sei mesi, ridotti a seguito di interrogatorio di garanzia dinanzi al gip a due. A seguito dell'inchiesta l'allora commissario dell'Asl, Mario Ferrante, adottò provvedimenti amministrativi drastici nei confronti di alcuni dei soggetti inquisiti, disponendone il licenziamento. Mentre le riprese furono effettuate dal 27 febbraio al 28 marzo 2015 attraverso l'installazione di tre telecamere attive h24.

 
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