Reddito di cittadinanza, la madre separata e l'ex detenuto in fila: «Pochi 620 euro, ci aspettavamo di più»

Reddito di cittadinanza, la madre separata e l'ex detenuto in fila: «Pochi 620 euro, ci aspettavamo di più»
di Valerio Iuliano
Venerdì 19 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:04
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«Ho ritirato la card. Ci sono 650 euro a mia disposizione. Mi aspettavo di più avendo due figli minorenni. Almeno i 780 euro di cui si parlava in televisione». Daniela Cocci, 35 anni, divorziata con due figli, commenta all'uscita dell'ufficio postale di via del Cassano, a Secondigliano, la consegna della card con il tanto agognato sussidio. Ha preso il via ieri nelle filiali di Poste Italiane la distribuzione delle card per il reddito di cittadinanza. In Campania sono state 7320, fanno sapere dal Ministero del Lavoro. Sono molti di più, invece, gli sms che annunciano ai richiedenti l'accoglimento della domanda con l'indicazione della data utile per il ritiro. Tra i destinatari molti non conoscono ancora l'importo esatto del sussidio. «Adesso spero che possa arrivare finalmente il lavoro - riprende Daniela - Da quando ho divorziato sono a reddito zero, con un affitto da pagare e due figli da mantenere. Uno di 17 anni e una di 4 anni. Pago un affitto di 400 euro per un appartamento nel centro di Casoria. All'ufficio postale mi hanno detto che potrò spendere solo 100 euro in contanti e il resto con la card. Per il sussidio precedente, invece, ne potevo spendere fino a 280». Quella di Daniela è una delle infinite storie che gravitano intorno al reddito di cittadinanza. Nell'hinterland napoletano il sussidio targato 5 Stelle si configura anzitutto come una misura di sostegno a favore dei più deboli. Mentre la soglia simbolica dei 780 euro si scontra talvolta con la fredda oggettività dei complessi calcoli dell'Inps. «All'ufficio postale - prosegue Daniela - mi hanno detto che dobbiamo finire i soldi entro il 18 maggio. Poi ci sarà la ricarica tra un mese. Ma non so ancora se sarà la stessa cifra o un'altra. Vorrei tanto una proposta di lavoro, la aspetto. Mi andrebbe bene qualunque lavoro. Ma se dovesse essere per una sede lontana da casa, dovrò pensarci, avendo una bambina di 4 anni. Se la retribuzione me lo permetterà, ci andrò perché l'importante è lavorare».
 
La misura di sostegno ha ancora molte incognite. I parametri utilizzati per il calcolo dell'importo finale non sono ancora del tutto chiari. Qualcuno tra i primi beneficiari lamenta di aver ricevuto solo 40 euro. Mentre alcuni Caf spiegano di non aver ancora ricevuto circolari dall'Inps sulle modalità di spesa da parte dei beneficiari. «È previsto un contributo anche per chi paga il mutuo - spiega Stefano D'Anna del Caf di Via Umberto I a Casoria - ma come si fa a pagare con la card?». Al di là degli aspetti da chiarire, il reddito di cittadinanza si conferma, comunque, anzitutto una sorta di welfare a tempo determinato per gli indigenti. La storia più significativa è quella di Rosaria Canetti, 74 anni, nullatenente, separata dal marito e invalida civile al 100%. «Due giorni fa mi hanno mandato un messaggio sul cellulare. Mi invitavano a ritirare la card. Stamattina mi sono recata nell'ufficio postale di Via Bakù, a Secondigliano, accompagnata da mia figlia. Ho ritirato la card e il pin. Mi hanno detto che ci sono 630 euro a mia disposizione. Avevo presentato la domanda a marzo. Ai primi di aprile ho ricevuto un primo sms, con la comunicazione dell'accoglimento della pratica. Non pensavo che la domanda potesse essere accolta, perché percepisco la pensione di invalidità». La pensione non viene presa in considerazione ai fini del calcolo Isee, che in questo caso risulta pari a zero. «Per me è un aiuto, non so per altri», puntualizza Rosaria. «Mia madre vive da sola a Giugliano. I 630 euro li spenderemo tutti per le sue esigenze. Non ci interessano i prelievi», spiega la figlia.

Per i percettori del reddito di cittadinanza la card funzionerà come una tessera bancomat, con l'obbligo di spendere l'intera cifra.

Tra coloro che percepiranno il sussidio, c'è anche chi attende cifre più consistenti. È il caso di Gennaro D., 51 anni, ex detenuto, che ha inoltrato la domanda presso gli uffici postali, anziché nei Caf. Ha rinunciato al Rei per ottenere il nuovo sussidio. «Mi è arrivato oggi il messaggio di accoglimento della pratica. Alle Poste sono stati rapidi. Lo abbiamo chiesto io e mia moglie. Spero che mi arrivino circa 1000 euro o qualcosa in più». Per Gennaro si tratta di una misura vitale. «Sono disoccupato dalla nascita. Vivo a Casoria con mia moglie e mio figlio. Pago 400 euro di affitto. Sono stato detenuto fino a un anno fa. Ho iniziato da piccolo. La mia vita è stata un casino. Se mi arrivano questi soldi è finalmente una bella notizia. Penso che con una misura di questo tipo i reati diminuirebbero di molto». I beneficiari del sussidio con un profilo sul sito dell'Inps o dell'identità digitale SPID possono sapere già l'importo. Altrimenti lo sapranno all'ufficio postale.

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