Operai ex Fca in cima al campanile,
Tridico li chiama: «Ma restiamo qui»

Operai ex Fca in cima al campanile, Tridico li chiama: «Ma restiamo qui»
Sabato 20 Aprile 2019, 09:35 - Ultimo agg. 21 Aprile, 10:31
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Due operai, che furono licenziati dalla Fca dopo aver esposto nell'ambito di una manifestazione a Pomigliano d'Arco il manichino di Sergio Marchionne impiccato, sono da stanotte per protesta sul campanile della Chiesa del Carmine, in piazza Mercato a Napoli, dove hanno esposto un grande striscione con la scritta «Reddito di cittadinanza per licenziati non c'è».

Altri operai, tra i quali i licenziati della ditta 'Bruscino Ambiente spa', sono in piazza a sostenere la contestazione dei due occupanti. Il campanile scelto per inscenare la protesta è tra i più alti di Napoli ed è visibile anche dal centro cittadino. «Passeremo qui la Pasqua», dice al telefono all'Ansa Mimmo Mignano, uno degli operai saliti sulla torre. «Abbiamo iniziato uno sciopero della fame e non lasceremo la torre fino a quando non ci saranno risposte concrete alla nostra vertenza», aggiunge Mignano.

Il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha chiamato poco fa al telefono i due operai licenziati dalla Fca che non riescono a percepire il reddito di cittadinanza: «Ho fissato un appuntamento martedì pomeriggio con il direttore Inps dell'area metropolitana di Napoli.
In virtù della loro situazione eccezionale attueremo una procedura straordinaria che consenta l'erogazione, superando la difficoltà tecnica esistente». Tridico ha chiesto ai due, saliti stamane su un campanile, di interrompere la protesta. 


«Non scendiamo, resteremo sul campanile fino a martedì. E se dall'Inps arriveranno soluzioni concrete, messe nero su bianco, solo allora scenderemo». Lo ha detto Mimmo Mignano, uno dei cinque ex lavoratori Fca di Pomigliano licenziati nel 2014, da stanotte sul campanile della chiesa del Carmine di Napoli insieme ad un collega, commentando la telefonata ricevuta dal presidente dell'Inps di Napoli che gli comunicava un appuntamento per martedì prossimo per risolvere la questione tecnica che ha impedito loro di ricevere il reddito di cittadinanza. «Siamo stati raggirati troppe volte - ha aggiunto Mignano - lo stesso ministro Di Maio ed il suo staff ci hanno fatto tante promesse, ma nessuna ha avuto seguito. Non abbiamo nulla contro il presidente dell'Inps, ma capisca la nostra situazione e la nostra disillusione verso le promesse. Siamo decisi a restare qui sopra fino a quando non avremo la certezza di soluzioni». 
 
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