Napoli, la scoperta dopo l'incendio nelle Vele: abitate le case sgomberate

Napoli, la scoperta dopo l'incendio nelle Vele: abitate le case sgomberate
di Daniela De Crescenzo
Domenica 21 Aprile 2019, 10:30 - Ultimo agg. 14:20
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Doveva essere già un cantiere, invece venerdì sera, quando le fiamme sono divampate, diverse famiglie che ancora abitano nella Vela Verde sono scese in strada per evitare il fuoco e il fumo che avvolgeva gli appartamenti ancora occupati. L'incendio è scoppiato tra l'ottavo e il nono piano, probabilmente a prendere fuoco sono stati i rifiuti accumulati lungo i ballatoi abbandonati, ma i vigili, che sono arrivati sul posto con un'autobotte e sono riusciti a domare le fiamme prima che arrivassero ai piani abitati, continuano a indagare sulla vicenda. I vigili dell'antiabusivismo guidati dal capitano Gaetano Vassallo, dal canto loro, hanno chiuso l'area con una rete per evitare possibili incidenti.
 
Secondo il Comune il rogo non influirà in alcun modo sulla realizzazione del progetto «Restart Scampia» e, quindi, sull'abbattimento della prima Vela, quella andata alle fiamme. Un evento annunciato più volte. Il 27 marzo il sindaco aveva detto: «Gli ultimi spostamenti delle famiglie dovrebbero avvenire tra l'1 e il 5 aprile, l'8 aprile chiavi alla ditta. Faremo i salti mortali per rispettare questo cronoprogramma». Ma oggi si scopre che molte delle 27 famiglie che abitavano la Vela Verde, tutte abusive, non hanno lasciato gli appartamenti. In realtà l'abbattimento delle Vele era stato annunciato per la prima volta da De Magistris nel dicembre del 2016 quando, accompagnando l'allora presidente della Camera Laura Boldrini, in visita a Scampia aveva sottolineato: «La prima Vela andrà giù tra la primavera e l'estate». Quindi il ritardo accumulato è ormai di due anni.

I lavori sono già stati appaltati, e fortunatamente, secondo l'assessore al ramo, Monica Buonanno, i finanziamenti sono al sicuro, non si rischia di perderli. I ritardi nell'avvio dei lavori sembrano più che altro connessi con lo svuotamento di quella che gli abitanti chiamano La torre. Il progetto iniziale, redatto insieme al Comitato Vele, prevedeva lo spostamento da casa a casa: un obiettivo tutt'altro che facile da raggiungere visto che le abitazioni del Comune disponibili nei nuovi palazzi realizzati in via Gobetti e via Labriola erano solo sessanta mentre gli abusivi (non regolarizzabili) delle tre Vele da abbattere, secondo il censimento del 2015, sono più di trecento. L'amministrazione ha deciso di procedere con assegnazioni provvisorie delle case vuote, diminuendo in questo modo il carico delle famiglie da sistemare. Ma non è bastato. Anche perché nel frattempo è stato necessario sistemare anche le 5 famiglie che avevano occupato la ex scuola Virgilio, attualmente inagibile.

Ed allora? Già due anni fa è stata varata una delibera nella quale si stabiliva: «In relazione ai prossimi interventi programmati, che verosimilmente porteranno ad una migrazione spontanea dei residenti nelle Vele da demolire agli altri immobili del complesso, tenuto conto che è interesse dell'Amministrazione Comunale favorire tale processo per attuare il programma di recupero, si rende necessario stabilire che, alla data di approvazione della presente delibera, gli spostamenti nell'ambito delle Vele non comporteranno modifiche del requisito di anzianità maturato dai nuclei familiari censiti nel 2015». Una scelta che gli abitanti delle Vele hanno interpretato come un via libera all'occupazione dell'unica Vela che rimarrà in piedi, la Vela Azzurra, che secondo il progetto doveva essere ristrutturata e destinata, appunto, alle case parcheggio. Un iter complesso.

Ma spiega l'assessore Buonanno: «Nella Vela Verde restano ancora poche famiglie che stanno andando via. Noi abbiamo assegnato le case che avevamo libere in via Gobetti, ma non abbiamo abitazioni per tutti. Il resto non ci compete, la mobilità è spontanea». Quindi bisognerà aspettare che anche l'ulitimo degli abusivi decida cosa occupare per dare il via libera al super annunciato abbattimento della primo fabbricato.
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