Pd, Annunziata:«De Magistris
sbaglia, basta attacchi a De Luca»

Pd, Annunziata:«De Magistris sbaglia, basta attacchi a De Luca»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 23 Aprile 2019, 09:29 - Ultimo agg. 09:36
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«Decisioni locali: i dirigenti locali si assumono le proprie responsabilità», spiega Leo Annunziata, segretario regionale del Pd, rispetto alla scelta, in molti comuni, di non presentare il simbolo democrat alle Amministrative per puntare su simboli civici. E su Avellino, dove il Pd è spaccato tra due nomi (tanto da spingere il segretario nazionale Zingaretti a un appello all'unità), si dice sicuro: «Nelle prossime ore ricomporremo le fratture».

Segretario, ci risiamo: in molti comuni sparisce il simbolo Pd per le civiche. Proprio lei nel suo discorso d'insediamento disse che preferiva il simbolo del partito nelle competizioni elettorali.
«Bisogna rispettare i ruoli. Io sono il segretario regionale e registro quello che accade nelle varie province dove, in alcuni comuni, le coalizioni di centrosinistra hanno costruito progetti collettivi con civiche. È una scelta locale ed i locali si assumono le responsabilità. Bisognerebbe chiedere ai singoli segretari provinciali».

A Napoli c'è un commissario che si è appena insediato.
«Tutta la mia vicinanza a Michele Meta per il lavoro che ha appena iniziato».

Non le chiedo quindi di Casoria dove un candidato Pd corre contro uno di Campania Libera.
«Il commissario si è insediato da una settimana e sta riflettendo su quale sia la cosa migliore da fare. Non me ne lavo le mani ma è giusto e corretto che Meta, come tutti i segretari provinciali, abbia autonomia politica sui territori».

Si è insediato da poco più di un mese: quali sono i suoi obiettivi?
«Nelle prossime settimane tutto il lavoro sarà incentrato sulla campagna elettorale per le Europee. Abbiamo una lista importante in campo per la circoscrizione Sud e dobbiamo sforzarci di far comprendere i nostri programmi ai cittadini e, sopratutto, il nostro ruolo di opposizione a questo governo. Abbiamo un capolista di spessore come Franco Roberti e una lista di nomi di un certo livello che sapranno con tutto il partito fare discorsi comprensibili sulle tematiche europee».

 

In questo momento i sondaggi danno il partito sotto il 20 per cento: è questa la soglia da oltrepassare?
«Noi lavoriamo per far prendere più voti possibili al Pd, poi ragioneremo sulle percentuali».

Niente numeri?
«La soglia da superare è quella per risultare credibili a tutto l'elettorato di centrosinistra».

Appena si è insediato ha lanciato il tesseramento portando la singola iscrizione a 30 euro. Molti democrat se ne sono lamentati.
«Pazienza. Io credo sia una soglia accettabile se qualcuno decide di iscriversi ad un partito».

Una decisione per rendere più difficile ed oneroso, come accaduto in passato, l'acquisto di pacchetti di tessere da parte dei capibastone?
«È una decisione assolutamente scevra da questi motivi. Ma la spontaneità di un'iscrizione è secondo me pari ad almeno 30 euro. Comunque io non ho avuto sentore di lamentele...».

Lei in queste ore sta seguendo il caso Avellino dove il Pd è spaccato su due nomi. E pure l'appello all'unità del segretario nazionale Nicola Zingaretti è andato sinora a vuoto.
«C'è stato un appello del segretario nazionale che ha invitato all'unità del Pd per poi costruire una coalizione di centrosinistra. Sabato, il giorno prima di Pasqua, sono stato ad Avellino in Federazione ma non si è trovata la mediazione giusta tra le due parti in causa. I tempi politici non corrispondono a quelli cronologici, ma nelle prossime ore, ne sono sicuro, l'appello di Zingaretti sarà preso in considerazione con tutto il suo peso per arrivare a una soluzione condivisa».

Andare divisi nell'unico capoluogo al voto, per di più dove i grillini hanno fallito, sarebbe una sciagura per il Pd.
«I cittadini, i votanti, non capirebbero le nostre spaccature ma c'è tempo per ritessere una trama unitaria. È ancora possibile ricostituire l'unità e l'appello nazionale è stato immediatamente recepito da me e trasmesso alla Federazione di Avellino: c'è ancora tempo per riportare la politica dove ora ci sono fratture personali. Questo ci ha chiesto il segretario e tutti dobbiamo fare uno sforzo altrimenti non si spiegherebbe la nostra presenza all'interno del Pd».

Lei è legato al governatore De Luca. Come vede questo eterno litigio tra il governatore e il sindaco de Magistris?
«Al netto dei legami vorrei si facesse un'operazione verità».

Facciamola.
«De Magistris, come me, vedrà scaduto il mandato tra due anni. E come per ogni sindaco quello che ha fatto o non ha fatto è negli occhi della gente. Non c'è, e non vedo, una dialettica forte tra due soggetti ma solo una posizione del sindaco contro il governatore che sta facendo tutto quello che c'è da fare per Napoli. Anche di più».

Quindi colpa del sindaco di Napoli?
«Non ha trascritto la sua esperienza personale nell'obbiettivo politico che si immaginava: basta vedere che non si è candidato per le Europee come diceva e si sta inventando un nemico come il governatore. Eppure quest'ultimo tiene in considerazione tutti i capoluoghi. Io riconosco in De Luca una posizione politica, dall'altro lato invece l'assenza di posizione politica è esigenza personalistica».
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