Reggia di Caserta, file
da record per l'accesso

Reggia di Caserta, file da record per l'accesso
di Lidia Luberto
Martedì 23 Aprile 2019, 09:58
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Pasquetta alla reggia: tradizione confermata. Anche ieri, infatti, sono stati tantissimi i visitatori (7.874) che già dalle prime ore della mattina erano ordinatamente e pazientemente in fila per entrare nel monumento. Un numero consistente sebbene in leggera flessione rispetto al lunedì in Albis del 2018, quando si contarono 9177 ingressi.
Anche a Pasqua c'è stato un numero significativo di ingressi (4204) che, però, non può neppure essere paragonato a quello della Pasqua dello scorso anno (11.801) in quanto coincideva con la prima domenica del mese ad ingresso gratuito. Comunque, quelli arrivati ieri erano, prevalentemente, turisti, in quanto erano stati sospesi gli abbonamenti annuali (che sono, nella stragrande maggioranza, appannaggio dei casertani) e anche proibiti severamente i trasgressori delle norme stabilite per l'accesso al complesso monumentale (no cibi, no bevande, palloni, attrezzature da pic-nic). «Dobbiamo constatare a fine giornata che tutto è andato per il meglio», è la dichiarazione di Leonardo Ancona, il funzionario in servizio ieri. «Non ci sono stati grandi problemi grazie al puntuale e certosino impegno non solo del nostro personale di sorveglianza, ma anche delle forze dell'ordine e dei volontari dell'Associazione carabinieri. E' stato un lavoro di squadra che ho coordinato con molta facilità, vista la professionalità dimostrata da tutti».

Ovviamente, non sono mancati i tentativi da parte di alcuni, di introdursi nel parco portando con sé alimenti, bevande e palloni. Tentativi stroncati, sul nascere. «Tutto questo materiale è stato intercettato all'ingresso e fatto depositare. Così anche i controlli all'interno sono stati più agevoli», dice Ancona. Anche per le visite agli appartamenti non si sono registrati inconvenienti particolari forse pure perché le visite sono state contingentate come annunciato (3000 nella mattinata e altrettante nel pomeriggio). «Una precauzione inutile per le aree aperte: il parco può contenere senza subire troppi danni molte persone. Perciò ha spiegato Ancona abbiamo preferito lasciare libero l'accesso: deludere chi si è sottoposto pazientemente alla lunga fila mi è sembrato un provvedimento inopportuno e anche esagerato». Sono rimasti, invece, chiusi, diversamente da quanto era stato annunciato alla vigilia, il giardino inglese, a causa del forte vento, e i cancelli di accesso secondari. In tanti, soprattutto i titolari di alcuni esercizi commerciali, avevano auspicato l'apertura, almeno di quello di via Giannone, non solo per facilitare il deflusso dei visitatori ma anche per spingerli nel cuore della città.

«Non abbiamo ritenuto di aprire questo varco in quanto non potevamo spostare personale né distrarlo dai controlli all'interno», dice Ancona. Meno bene è andata in piazza Carlo III, nonostante l'ordinanza del sindaco di Caserta con la quale, nei giorni precedenti, si vietava, nelle giornate del 21,22, 25 aprile e 1 maggio «l'utilizzo improprio di aree e spazi pubblici e nello specifico bivaccare, sedersi, sdraiarsi e fermarsi a consumare alimenti e bevande nonché il posizionamento di oggetti (tavolini, sedie, ecc) su tutte le aree pubbliche in prossimità di siti storici e turistici della città». Infatti, i prati dei cosiddetti Campetti erano completamente invasi da persone che mangiavano, giocavano o godevano, sdraiate sui prati, il tiepido sole della mattina. «Impossibile effettuare anche questo genere di controlli», ha dichiarato il comandante della Polizia municipale di Caserta, De Simone. «Le priorità erano assicurare la corretta viabilità, controllare parcheggiatori e venditori abusivi, ed evitare la sosta selvaggia. Credo, dunque, che a fronte di questi impegni più gravosi, si potesse lasciare che qualcuno si sdraiasse sul terreno». L'unico, vero neo della giornata di pasquetta casertana è stata, invece, la chiusura del Belvedere di San Leucio. Sono stati centinaia, infatti, i turisti che si sono recati al sito borbonico nella speranza di visitarlo e che sono dovuti tornare indietro.
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