25 aprile, Mattarella: non si riscrive la Storia, memoria dovere morale

25 aprile, le celebrazioni della Liberazione dal nazifascismo
25 aprile, le celebrazioni della Liberazione dal nazifascismo
Giovedì 25 Aprile 2019, 09:18 - Ultimo agg. 26 Aprile, 07:59
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Oggi 25 aprile si celebra il 74esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. «Il nostro secondo Risorgimento», la definisce Mattarella. Il capo dello Stato ha deposto stamani una corona d'alloro all'Altare della patria, a Roma. Poi, ha raggiunto Vittorio Veneto. «Non è solo la festa dei comunisti: mi aspetto rispetto», afferma Salvini.

Mattarella a Vittorio Veneto: memoria dovere morale e civile. «Questo doveroso ricordo ci spinge a stringerci intorno ai nostri amati simboli: il tricolore e l'inno nazionale. È il dovere, morale e civile, della memoria. Memoria degli eventi decisivi della nostra storia recente, che compongono l'identità della nostra Nazione da cui non si può prescindere per il futuro». Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella alla cerimonia per il 74esimo anniversario della Liberazione a Vittorio Veneto.

25 aprile, Mattarella: «Non si riscrive la storia»

Emilio Gentile: «Nessuna Festa è stata mai un fattore di unità nazionale»

Il Capo dello Stato: 25 aprile riscatto nazionale, rivolta morale. «Molti italiani, donne e uomini, giovani e anziani, militari e studenti, di varia provenienza sociale, culturale, religiosa e politica, maturarono la consapevolezza che il riscatto nazionale sarebbe passato attraverso una ferma e fiera rivolta, innanzitutto morale, contro il nazifascismo. Nacque così, anche in Italia, il movimento della Resistenza. Resistenza alla barbarie, alla disumanizzazione, alla violenza: un fenomeno di portata internazionale che accomunava, in forme e modi diversi, uomini e donne di tutta Europa». Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
 



Mattarella: c'è ancora bisogno di uomini liberi che non chinino testa davanti a chi vuol farci tornare all'odio. «La Resistenza, con la sua complessità, è un fecondo serbatoio di valori morali e civili. Ci insegna che, oggi come allora, c'è bisogno di donne e uomini liberi e fieri che non chinino la testa di fronte a chi, con la violenza, con il terrorismo, con il fanatismo religioso, vorrebbe farci tornare a epoche oscure, imponendoci un destino di asservimento, di terrore e di odio». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento a Vittorio Veneto.

«A queste minacce possiamo rispondere con le parole di Teresio Olivelli, partigiano, ucciso a bastonate nel lager di Hersbruck: »Lottiamo giorno per giorno perché sappiamo che la libertà non può essere elargita dagli altri. Non vi sono liberatori. Solo uomini che si liberano«. Buon 25 aprile». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concluso il suo intervento alla cerimonia celebrativa del 74esimo Anniversario della Liberazione a Vittorio Veneto.


Mattarella: «No baratto libertà con ordine». «La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva». È un passaggio dell'intervento del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo intervento a Vittorio Veneto.

L'omaggio al milite ignoto all'Altare della Patria a Roma. Sergio Mattarella in mattinata aveva reso omaggio al milite ignoto all'Altare della Patria nel 74esimo anniversario della Liberazione. Ad attendere il Capo dello Stato il premier Giuseppe Conte. Presenti il ministro della Difesa Trenta, la sindaca Raggi, il Presidente della Regione Lazio Zingaretti e le più alte cariche dello Stato. Il Presidente della Repubblica ha deposto una corona di alloro ed è rimasto in silenzio ed in raccoglimento mentre la banda delle Forze Armate intonava l'Inno nazionale.

Di Maio: «Incredibile, si è discusso anche di questo». «Ebbene oggi è il 25 aprile, è festa nazionale, festa della Liberazione. Per giorni si è riusciti a discutere anche di questo, è incredibile. Si è discusso di una festa, come se il Paese non avesse altri problemi a cui pensare». Ad affermarlo è il vicepremier, Luigi Di Maio, in un post pubblicato su Facebook. «Io oggi ricordo il 25 aprile perché - sottolinea- è un dovere istituzionale, oltre che storico. Perché è un valore. E tutti questi problemi sulla festa rossa o sulla festa di sinistra non me li faccio».


 

Casellati: «Grazie a chi ha combattuto per la libertà». «Grazie a chi ha combattuto per la libertà.
La libertà è frutto di sacrifici. Occorre coltivare la memoria per le nuove generazioni«. A dichiararlo il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in un'intervista al 'Corriere della Serà. »Il 25 aprile è una data simbolica che evoca e racchiude i valori fondanti del nostro Paese ed esalta i pilastri immateriali su cui è stata eretta la nostra Repubblica: libertà, pace e democrazia. Celebrarlo oggi significa continuare a ricordare l'orgoglio e lo spirito di sacrificio di un popolo che ribellandosi contro i totalitarismi ha trovato la forza di farsi nazione. Coltivare la memoria è fondamentale per fare in modo che le nuove generazioni conoscano le radici del nostro Stato di diritto, a partire dal valore universale della Costituzione repubblicana«, afferma Casellati. »Alla generazione di cui faceva parte mio padre, liberale e partigiano, dobbiamo tante cose. Senza i loro sacrifici, senza il loro coraggio nel voler costruire un Paese libero e senza divisioni, la nostra storia - sottolinea il Presidente del Senato - avrebbe preso un'altra piega. Con quella generazione, che ci ha restituito la libertà e la democrazia ed è stata protagonista della rinascita materiale e morale dell'Italia, abbiamo tuttora un enorme debito di riconoscenza.Credo che il modo migliore per ricordare i nostri padri sia credere nelle istituzioni, difenderle e rappresentare con convinzione e con forza«. Casellati si dice poi d'accordo con le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo il quale »il sovranismo non minerà l'Unione europea«. »Sono d'accordo con il Presidente Mattarella. L'Europa è la casa comune che ci ha garantito oltre 70 anni di pace, di democrazia e di benessere sociale«. Ma, dice Casellati, »è necessario verificare quello che non va. Non più un'Europa burocratica, ma una comunità più vicina ai bisogni reali dei cittadini e più attenta ai temi 'sensibilì: dal diritto alla sicurezza al contrasto all'immigrazione illegale, dal terrorismo all'equità sociale
».

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