Francia nel caos, Macron promette:
«Meno tasse ma lavorare di più»

Francia, Macron promette: «Meno tasse ma lavorare di più»
Francia, Macron promette: «Meno tasse ma lavorare di più»
Giovedì 25 Aprile 2019, 21:37 - Ultimo agg. 26 Aprile, 10:32
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Taglio delle tasse, sgravi fiscali a favore delle classi medie, aiuti alle pensioni più basse: queste le principali concessioni annunciate da Emmanuel Macron nella presentazione di quello che ha definito «un nuovo atto della Repubblica» dopo 5 mesi di protesta dei gilet gialli e 3 di 'Grande dibattito nazionale'. Il presidente, nell'attesa conferenza stampa all'Eliseo - rinviata 10 giorni fa per l'incendio di Notre-Dame - ha limitato l'autocritica, rivendicando le scelte «giuste» adottate nei primi due anni di mandato. Che devono essere «protette e intensificate». Quanto alle principali richieste dei manifestanti, Macron non ha accettato né il ripristino della patrimoniale - che all'inizio del suo mandato ha limitato alle proprietà immobiliari - né il cosiddetto RIC, il Referendum di iniziativa cittadina, limitandosi a «semplificare le regole» dell'attuale istituto referendario. In particolare abbassando a un milione di firme la soglia necessaria per sottoporre al Parlamento una legge di iniziativa mista (attualmente sono necessari il 20% dei parlamentari e il 10% del corpo elettorale, circa 4,5 milioni di cittadini).

Non in piedi su un podio, come tutti i capi di Stato recenti, ma seduto dietro a una scrivania come facevano De Gaulle e Pompidou, Macron ha parlato un'ora all'inizio (contro i 20 minuti previsti), cominciando poi a rispondere alle domande dei circa 300 giornalisti presenti. Ha iniziato subito con i gilet gialli: una protesta «che ha espresso un profondo senso di ingiustizia fiscale, territoriale, sociale» e che ha avuto il merito di «rivelare alcuni angoli morti della società». Ma che poi è stata «strumentalizzata dalla violenza». Le principali concessioni riguardano il taglio delle tasse «per coloro che lavorano e che sono stati ampiamente spremuti»: «Voglio ridurre in modo significativo l'imposta sul reddito. Ho chiesto al governo di farlo sopprimendo alcune nicchie fiscali e tagliando la spesa». Ma per finanziare tutto questo, ha aggiunto, «dovremo lavorare di più». Quanto alla patrimoniale, una delle richieste principali dei gilet gialli, Macron ha negato che si sia trattato da parte sua di «un regalo ai ricchi»: «Ho istituito la tassa sul patrimonio immobiliare, sopprimendo quella sulla parte di patrimoni investita nell'economia, per incoraggiare gli investimenti. Se non ci sono investimenti, non c'è crescita». Ha promesso poi di «valutare nel 2020»: se il progetto non si sarà rivelato efficace, «lo correggeremo», ha promesso.

Rispondendo alle domande, Macron ha poi ammesso qui e là alcune insufficienze sue e del governo, in particolare quella di essere apparso «talvolta duro, o ingiusto». Ma, ha spiegato, «quando si vuole il potere, quando lo si ottiene con la fiducia del popolo, si accetta di subire la parte di rabbia che ne fa parte. Dirigere, oggi, in democrazia, significa accettare di non essere popolare. E io preferisco essere responsabile, mantenere le promesse, prendere le decisioni che ritengo giuste ed essere impopolare invece di cercare di sedurre in un modo che sarebbe comunque effimero. Me ne assumo la responsabilità». Nel sondaggio più recente sulle Europee, pubblicato oggi da Les Echos, la lista della maggioranza di governo, Renaissance, ottiene il 21% delle intenzioni di voto e viene superata dal Rassemblement National, quella di estrema destra che fa capo a Marine Le Pen, che balza al 24%.
 

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