Istat: il tasso di disoccupazione scende al 10,2%. Tra i giovani ai minimi dal 2011

Istat: il tasso di disoccupazione scende al 10,2%. Tra i giovani ai minimi dal 2011
Istat: il tasso di disoccupazione scende al 10,2%. Tra i giovani ai minimi dal 2011
Martedì 30 Aprile 2019, 10:22 - Ultimo agg. 13 Giugno, 12:20
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A marzo 2019 il tasso di disoccupazione cala ai minimi da agosto 2018, gli occupati aumentano di 60mila unità e si registra una flessione dei senza lavoro tra i giovani: la disoccupazione tra le persone tra i 15 e i 24 anni è scesa infatti al 30,2%. Lo rileva l'Istat.

Il tasso di disoccupazione a marzo 2019 è diminuito di 0,4 punti rispetto a febbraio arrivando al 10,2%, il dato più basso dopo agosto 2018 (era al 10,1%). L'Istat spiega che rispetto a marzo 2018 il calo è di 0,8 punti percentuali. Le persone in cerca di occupazione sono 2.641.000 con un calo di 96.000 unità su febbraio e di 208.000 unità su marzo 2018.

Gli occupati a marzo sono aumentati di 60.000 unità rispetto a febbraio (+0,3%) mentre sono cresciuti di 114.000 unità su marzo 2018 (+0,5%). Nel complesso risultavano occupate 23.291.000 persone. Il tasso di occupazione sale di 0,2 punti rispetto a febbraio al 58,9%. L'aumento si concentra tra i minori di 34 anni (+69.000 unità) mentre sono stabili i 35-49enni e calano gli over 50. Crescono su febbraio soprattutto gli occupati dipendenti «permanenti» ovvero con un lavoro stabile (+44.000).

La disoccupazione tra le persone tra i 15 e i 24 anni a marzo 2019 è sceso al 30,2%, il dato minimo da ottobre 2011. Nel mese si è registrata una riduzione di 1,6 punti rispetto a febbraio e di 2,5 punti su marzo 2018. Il tasso di occupazione in questa fascia di età è del 18,6% con una crescita di 0,9 punti su febbraio e di 1,1 punti su marzo 2018.

L'indice nazionale dei prezzi al consumo al lordo dei tabacchi ad aprile (stime preliminari) registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dell'1,1% su base annua, rileva inoltre l'Istat ricordando che il tasso di inflazione era all'1% a marzo. L'aumento è principalmente dovuto alla dinamica dei prezzi dei trasporti. L'inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi accelera lievemente da +0,4% a +0,6%. L'inflazione acquisita per il 2019 è +0,6% per l'indice generale e +0,4% per la componente di fondo.

Secondo le stime preliminari - sottolinea l'Istat - l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ad aprile aumenta dello 0,6% su base mensile e dell'1,2% in termini tendenziali (in lieve accelerazione da +1,1% del mese precedente).
Guardando all'indice dei prezzi per l'intera collettività (Nic) gli effetti di contenimento dell'inflazione sono determinati dai rallentamenti dei prezzi dei Beni alimentari in entrambe le componenti (Beni alimentari non lavorati da +1,9% a +1%, Beni alimentari lavorati da +0,7% a una variazione nulla). L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,5%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (+1,4%), solo in parte bilanciata dal calo dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-5,9%), dei Beni alimentari non lavorati (-0,9%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (-2,2%). L'inflazione decelera per i beni (da +1,3% a +1,1%), mentre accelera per i servizi (da +0,7% a +1,2%); pertanto rispetto al mese di marzo il differenziale inflazionistico diventa positivo e pari a +0,1 punti percentuali, da -0,6 del mese precedente. Per i prodotti di largo consumo si attenuano le tensioni sui prezzi: quelli dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona decelerano in modo marcato da +1,1% a +0,3%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto passano da +1,5% a +1,2%.


Rallentano i prezzi del carrello della spesa: ad aprile - rileva l'Istat - per i prodotti di largo consumo, i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, si registra un aumento tendenziale dei prezzi dello 0,3% a fronte del +1,1% del mese precedente.

Eurostat rileva infine che nonostante i progressi compiuti, il tasso di disoccupazione registrato in Italia lo scorso marzo (10,2) è risultato essere inferiore solo a quelli di Grecia (18,5%) e Spagna (14%). Lo ha reso noto Eurostat. Situazione analoga per la disoccupazione giovanile, dove a marzo è stata la Grecia a segnare il tasso più alto (39,7%) seguita dalla Spagna (33,7%) e dall'Italia (30,2%). Nell'insieme dell'Eurozona la quota dei senza lavoro è scesa dal 7,8 di febbraio al 7,7%, il livello più basso da, settembre 2008.
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