Di Maio: «Un miliardo alle famiglie, poi giù le tasse e su gli stipendi»

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio
Venerdì 3 Maggio 2019, 16:00 - Ultimo agg. 13 Giugno, 12:18
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«È arrivato il momento di fare un altro scatto in avanti» destinando il miliardo di risparmi che arriverà dal reddito di cittadinanza alle famiglie: «Dare più risorse alle famiglie è una forza che vogliamo mettere nel sistema e che si completerà poi con altri due passaggi fondamentali: l'abbassamento delle tasse con la riduzione del cuneo fiscale e l'aumento degli stipendi dei lavoratori, con l'introduzione del salario minimo, che in Italia può fare davvero la differenza e che vogliamo portare anche in Europa!». Così Luigi Di Maio in un post su Fb.

 

Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, nei giorni scorsi ha dichiarato che le domande per il reddito di cittadinanza arriveranno entro l'anno a circa 1,3 milioni, ricorda Di Maio che commenta: «È un risultato che ci riempie di orgoglio. E vi voglio anche dire che prevediamo un risparmio di circa 1 miliardo di euro, perché sono arrivate moltissime domande per il reddito di cittadinanza, ma, come avevamo detto, facciamo controlli rigorosi e da questi controlli risulta che una parte di persone che ne hanno fatto richiesta non rientra nei requisiti. Questo miliardo risparmiato tornerà alle famiglie italiane. Lo vogliamo dare a chi oggi ha paura di fare un figlio perché le condizioni economiche non glielo permettono, a quelle coppie che un figlio già ce l'hanno ma stentano ad arrivare alla fine del mese e a chi di figli ne ha più di uno, ma con un solo stipendio in casa».

«Un miliardo alle famiglie, questo è un altro tassello del cambiamento.
Per metterci alle spalle anni di false promesse, di discorsi vuoti sull'economia reale, sul rilancio del Paese» aggiunge il vicepremier e ministro del lavoro e dello sviluppo.


Di Maio poi è andato a “L’Intervista” di Maria Latella su Sky TG24 e parlando dell’abolizione delle Province ha detto: «Se scuole e strade sono in queste condizioni è perché in questi venti anni se ne sono occupate le province che avevano solo autonomia finanziaria per pagare gli stipendi ai consiglieri provinciali. La riforma Delrio ha fatto un pasticcio ancora più grande. Se dobbiamo risolvere i problemi delle strade e delle scuole, la miglior cosa è non creare altre duemila e cinquecento poltrone di consiglieri provinciali eletti direttamente da pagare. Significherebbe prendere altri soldi e spostarli sugli stipendi. Se ne devono occupare Comuni e Regioni. Semplificare significa eliminare Enti, non aggiungerne».
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