«Non è una novità - ha continuato Corona - perché i piani d'ambito Calore Irpino del 2003 dicevano che bisognava chiudere quei pozzi perché la falda 'è a forte rischio di contaminazionè.
Nessuno ha mai vigilato attentamente nella fascia di protezione: non dovrebbero esserci discariche abusive che invece ci sono; non ci dovrebbero essere scarichi incontrollati di acque reflue; non ci dovrebbe essere uso di pesticidi in agricoltura». «Oggi, secondo legge, quei pozzi non potrebbero stare dove sono poiché - ha proseguito Corona - si trovano in zone fortemente urbanizzate, e non hanno le concessioni: è di ieri la lettera ufficiale della Regione Campania che sostiene di non risultare alcuna concessione per l'emungimento mai rilasciate. La Provincia ci ha detto che gli unici atti che hanno sono autorizzazioni provvisorie risalenti al 2004, ma da allora nessun atto definitivo». «La Gesesa (la società che gestisce l'erogazione dell'acqua in città) le ha sollecitate ma non le ha ricevute perché mancano i pareri delle Autorità». «Ora la Gesesa - ha concluso Corona - ha chiesto alla Regione 50 litri in più al secondo, ma a nostro parere non bastano, ne servono almeno 140. In ogni caso i pozzi sono a rischio e andavano già chiusi da tanto tempo».