Napoli: infarto, 5 ore in barella: la moglie lo porta in taxi in un altro ospedale

Napoli: infarto, 5 ore in barella: la moglie lo porta in taxi in un altro ospedale
di Ettore Mautone
Lunedì 6 Maggio 2019, 00:00
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Colto da un infarto un uomo è rimasto per cinque ore in codice giallo al pronto soccorso dell’ospedale del mare su una barella del triage in attesa di una diagnosi certa e della presa in carico da parte dei sanitari di guardia all’accettazione di Napoli est. L’intervento terapeutico salvavita sull’uomo, con l’impianto in emodinamica di alcuni stent per ripristinare il flusso sanguigno nelle arterie coronarie ostruite, è stato poi effettuato altrove, all’ospedale di Pozzuoli, prima e a quello di Aversa dopo, dove la moglie del paziente, infermiera di professione, accortasi della gravità della situazione clinica, ha deciso di trasferire il congiunto. Al perdurare dell’attesa, visto che da troppo tempo nessuno controllava i parametri vitali dell’uomo, accortasi che la situazione clinica rischiava di precipitare a mezzanotte e mezza ha chiamato un taxi e si è diretta a Pozzuoli. 

A darne notizia è Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di maggioranza (Verdi) e componente della Quinta commissione Sanità, ormai quotidianamente in prima linea a controllare e verificare la funzionalità della rete ospedaliera di Napoli e provincia. «Quel paziente - avverte Borrelli - poteva morire, aveva un infarto ed è stato salvato dalla moglie infermiera che ha avuto la prontezza di condurlo con mezzi propri, chiamando un taxi, in un altro ospedale dove, accertata la reale emergenza hanno applicato ben tre stent per rendere pervie le coronarie. Ho chiesto al commissario della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva di fare piena luce sulla vicenda e accertare ogni eventuale responsabilità». «Mio marito è attualmente ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Aversa - spiega la moglie del paziente Carmela Fattorusso, infermiera con 38 anni di servizio, che racconta la sua disavventura - dopo aver ricevuto l’impianto di tre stent cardiaci per rirpristinare il circolo cardiaco. Le sue condizioni mi sono apparse subito serie quando l’ho raggiunto all’ospedale del Mare».

Qui l’uomo era arrivato tramite il servizio del 118 allertato nel tardo pomeriggio di sabato dopo aver accusato un malore alle 18,45. Il quadro clinico non aveva fatto scattare la via preferenziale, di accesso diretto in una unità coronarica, tramite la rete per l’infarto, per cui è stato inserito nella trafila che tutti i pazienti seguono per ricevere cure in pronto soccorso. Giunto all’ospedale del Mare gli è stato attribuito un codice giallo. Il nodo emerso sarebbe stata la mancata vigilanza del personale di pronto soccorso a Napoli est. Un codice giallo può infatti peggiorare e diventare rosso. Da quanto trapela il commissario Verdoliva ha già avviato l’indagine ispettiva. Se emergeranno comportamenti errati scatterà dunque un eventuale deferimento al Consiglio di disciplina deputato a valutare i comportamenti e disporre eventuali sanzioni o censure.

«Dopo ore di attesa sulla lettiga in codice giallo - conclude la moglie del paziente - mi sono rivolta ai colleghi infermieri chiedendo che rivalutassero le condizioni di mio marito che intanto peggiorava sempre di più. Mi sono invece sentita rispondere in malo modo, con arroganza e scostumatezza senza ottenere che qualcuno di essi si avvicinasse al paziente. A mezzanotte e mezza, senza ottenere alcun tipo di soccorso, ho portato via in taxi mio marito all’ospedale di Pozzuoli dove in seguito a prelievo, ecocardiogramma e torace è stato riscontrato un infarto. Per mancanza di posti è stato trasferito ad Aversa dove il calvario ha avuto fine. Andrò avanti fino in fondo con la mia denuncia in difesa dei pazienti che non meritano certi trattamenti».
 
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