Bimba ferita a Napoli, ecco il video choc: il killer spara e passa sopra Noemi

Bimba ferita a Napoli, ecco il video choc: il killer spara e passa sopra Noemi
di Leandro Del Gaudio
Domenica 5 Maggio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 6 Maggio, 11:46
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Muove la manina due volte, lì distesa a terra, in un angolo di piazza Nazionale. Alza il braccio due volte, travolta da un colpo di pistola, mentre per ben due volte il killer le passa sopra. Immagini choc dalle telecamere a circuito chiuso: quell’uomo nero, con il casco e la pistola, la scavalca per due volte, mentre insegue il suo obiettivo (Salvatore Norcaro, 31 anni), poi mentre torna indietro, ancora una volta saltando quel corpicino disteso al suole.



Orrore a Napoli, come emerge dal video pubblicato da Sìcomunicazione, da ieri online su Il Mattino.it. Orrore per quella bambina che alza il braccio per due volte, quasi a toccarsi la schiena, dopo essere stata trafitta da un proiettile da guerra, la guerra che da troppi anni insanguina Napoli. Ore 16.40, via Acquaviva, angolo piazza Nazionale. Fugge il target designato, il killer gli spara alle spalle e colpisce anche la piccola, che a terra fa appena in tempo ad alzare il braccio, quasi a cercare il punto della schiena che le fa male. Dura una manciata di secondi il video, immagini che fanno male. Specie quando il killer (o aspirante tale) salta per ben due volte quel corpicino a terra. Pochi attimi dopo, sarà il cameriere del bar Elite a fornire il primo soccorso alla piccola Noemi, che ancora oggi lotta per la vita al Santobono, mentre tutta Napoli si stringe attorno al suo dolore, pregando per la sua guarigione ma anche per l’arresto dell’uomo nero. 
 
Torniamo alle indagini, torniamo alla caccia all’uomo. È isolato, ha capito di averla fatta grossa, sa di avere il fiato sul collo di tutti. Inquirenti e no. Poliziotti e gente di strada, quelli che fino a qualche tempo fa potevano proteggere un killer e che in queste ore lo trattano come un appestato. Caccia all’uomo, nessuno stop da parte degli inquirenti, ore frenetiche in via Medina, un solo obiettivo: stanare quello che ha sparato in piazza Nazionale, che ha ferito il 31enne Salvatore Norcaro e ridotto in condizioni gravissime la piccola Noemi. Ore frenetiche in Questura, dove sono stati ascoltati i parenti di Norcaro e altre potenziali persone informate dei fatti. Convocati in via Medina alcuni congiunti della vittima designata, parliamo di soggetti a loro volta riconducibili alle famiglie dei Reale e dei Rinaldi, clan di San Giovanni a Teduccio mai come in questo caso nel mirino del pool anticamorra.

Facile intuire le domande poste ai potenziali testimoni. Punto primo: che ci faceva Salvatore Norcaro in piazza Nazionale? Era un suo abituale luogo di incontro o aspettava qualcuno? Venerdì pomeriggio, intorno alle cinque, a pochi passi da un bar notoriamente frequentato da forze dell’ordine (per la vicinanza a commissariati e palazzo di giustizia) che ci faceva? Consultava il cellulare, prima di essere preso alle spalle, prima di essere rincorso e attinto da almeno tre colpi di pistola (al torace e alla gola). Ed è dal cellulare della vittima designata che bisogna prendere le mosse, che bisogna battere in queste ore. Dagli ultimi numeri in agenda, dal traffico di messaggi e di chat, anche per capire quali fossero i problemi più urgenti del 31enne ferito venerdì scorso. Si scava nel passato della vittima, anche in relazione a una denuncia per bancarotta su cui sono in corso le indagini della Guardia di Finanza, un crac che potrebbe aver lasciato l’amaro in bocca a qualcuno, poi deciso a regolare i propri conti nel peggiore dei modi. Non solo camorra, non solo faida, non solo guerra tra Mazzarella e Rinaldi, nessuna pista al momento viene esclusa dagli inquirenti.

Al lavoro il pm anticamorra Gloria Sanseverino, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, ci sono alcuni elementi al centro del fascicolo. Come la marca della moto usata dallo sparatore, una Benelli, che non è in genere utilizzata dai killer che preferiscono i meno ingombranti scooteroni di ultima generazione. Come la scelta di muoversi in modo isolato, senza un complice addetto al rinvenimento del killer dopo la missione di morte. Possibile comunque che ci sia stato un filatore, l’uomo della soffiata giusta che ha messo in azione il killer. Al momento ci sono alcune tracce sensibili. Come il numero di targa del mezzo usato, che consente di acquisire alcuni punti fermi: la moto è stata rubata di recente, ma è stata anche utilizzata prima di venerdì pomeriggio. Soluzione atipica, dal momento che i «mezzi» usati per consumare delitto di questo tipo non vengono bruciati per altre attività e vengono consegnati ai killer solo poche ore prima del delitto. Tanti nodi da sciogliere, mentre a Napoli sono attesi il ministro dell’Interno Salvini e il capo dello Stato Mattarella.

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