Strada dei Parchi conferma: «Chiuderemo il traforo del Gran Sasso dal 19 maggio»

Strada dei Parchi conferma: «Chiuderemo il traforo del Gran Sasso dal 19 maggio»
di Stefano Dascoli
Sabato 11 Maggio 2019, 09:21 - Ultimo agg. 09:46
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L'AQUILA - «Il nostro non è stato un annuncio a favore di telecamere». C’è sostanza, eccome, nella volontà, ribadita ieri con forza da Strada dei Parchi nel corso di un vertice in Prefettura, a Teramo, di chiudere il traforo dal prossimo 19 maggio. Le parole del vice presidente Mauro Fabris, che hanno fatto seguito a quelle, in riunione, del direttore generale di Esercizio, Igino Lai, hanno definitivamente reso plastico il fatto che quella della concessionaria non è una provocazione né una sfida.

«L’Abruzzo rischia di avere più danni di due terremoti messi insieme» ha sintetizzato efficacemente Umberto D’Annuntiis, il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale che ha partecipato al summit voluto dal prefetto di Teramo, l’avezzanese Graziella Fabrizi, per capire nel dettaglio cosa potrebbe accadere. Lo scenario è nero, nerissimo: Anas ha detto a chiare lettere che non è pensabile di dirottare 10-11 mila veicoli al giorno (numeri Strada dei Parchi) sulla statale 80, non vi sarebbero le necessarie condizioni di sicurezza. Se a questo si aggiunge che, causa di urgenti lavori di manutenzione, saranno chiuse dal 20 maggio al 30 giugno le rampe di entrata in autostrada A25 dello svincolo di Bussi/Popoli, diventa evidente come le aree interne, non solo abruzzesi, nonché il bacino romano, resterebbero incredibilmente isolati. Un quadro che riporterebbe l’Abruzzo indietro di sessant’anni. Ovviamente le istituzioni sono in grande fibrillazione.

La soluzione, almeno quella che individua SdP, è solo una: la nomina di un commissario nell’ambito della conversione dello “Sblocca cantieri” ma, attenzione, che abbia anche poteri di gestione della galleria, non solo nell’ambito degli appalti per la messa in sicurezza dell’intero acquifero.

Il ragionamento di Fabris scaturisce dall’inchiesta della Procura di Teramo sul rischio inquinamento dell’acquifero che porterà i vertici di SdP, quelli di Infn e quelli di Ruzzo Reti a dover sostenere il processo il prossimo 13 settembre. Si vuole evitare a tutti i costi la reiterazione del reato. «C’è il rinvio a giudizio – dice Fabris – e si dimentica che questi amministratori non possono essere chiamati personalmente a rispondere di un eventuale ulteriore pregiudizio. La società deve dimostrare di aver fatto tutto ciò che serve per evitare che si commettano dei reati. Diversamente rischiano di scattare provvedimenti interdittivi che possono colpire l’azienda, di natura penale ed economica. E’ una scelta dolorosa e che costerà alla società, ma chi di fronte a un provvedimento dell’autorità giudiziaria si sottrarrebbe?».

Il sindaco Pierluigi Biondi ha annunciato la volontà di presentare una diffida: «La chiusura del traforo del Gran Sasso costituisce un atto irresponsabile e potenzialmente lesivo della normativa e degli interessi dei cittadini. Per questo motivo, lunedì mattina notificherò una diffida formale indirizzata a Strada dei Parchi a non interrompere un pubblico servizio indispensabile». Il sindaco ieri ha riunito di gran corsa giunta e dirigenti. «Il blocco del transito nella galleria comporterebbe un pregiudizio irreparabile per diverse categorie: dai pendolari agli studenti – ha detto - Qualora la chiusura dovesse concretizzarsi, l’amministrazione è pronta a tutelare nelle sedi opportune gli interessi della comunità aquilana. Chiedo che, qualora si dovesse procedere alla chiusura, il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, valuti attentamente la revoca della concessione a Strada dei Parchi». 
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