Gare pilotate nei Comuni
del Sannio, altre 9 assoluzioni

Gare pilotate nei Comuni del Sannio, altre 9 assoluzioni
di Enrico Marra
Venerdì 17 Maggio 2019, 09:09
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In nove sono stati assolti dall'accusa di associazione a delinquere e di turbativa di alcune gare svoltesi in alcuni comuni perché il fatto non sussiste. Inoltre è scattata la prescrizione per altri reati. A essere assolti Giuseppe Ciotta, 65 anni, di Campoli Monte Taburno, ritenuto il capo di un presunto sodalizio, il figlio Carlo, 35 anni, che partecipava alle varie gare di appalto per la ditta «Michelangelo costruzioni», l'altro figlio Cosimo, 33 anni, Anna Procaccini, 58 anni ex moglie di Giuseppe Ciotta, la figlia Laura, 42 anni, tutti residenti a Foglianise, l'impiegata Carmelina Politano, 38 anni, di Torrecuso segretaria della «Ciotta costruzioni», Marco Cascella, 65 anni, di Napoli, amministratore della «Michelangelo Costruzioni», Ubaldo Boschiglio, 61 anni, beneventano amministratore della Sweet House», Adolfo Basile, 51 anni, beneventano, amministratore anche egli della «Sweet House». Inoltre sono stati disposti il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto dei beni e documenti sequestrati. Il verdetto è stato letto nel pomeriggio dal collegio giudicante presieduto da Daniela Fallarino, con giudici a latere Simonetta Rotili e Francesca Telaro.
 
In mattinata, al termine della requisitoria, il pubblico ministero Assunta Tillo aveva chiesto le condanne per tutti gli imputati. In particolare per associazione a delinquere e tre presunti casi di turbativa d'asta aveva richiesto cinque anni per Giuseppe Ciotta, tre anni per Carlo Ciotta, quattro anni per Cosimo Ciotta, due anni e quattro mesi per Anna Procaccini, due anni per Laura Ciotta, Carmelina Politano e Adolfo Basile, due anni e otto mesi per Marco Cascella, e tre anni per Ubaldo Boschiglio. Poi le conclusioni dei legali di parte civile: gli avvocati Vincenzo Sguera, Giuseppe Iannelli e Valeria Cruda per i Comuni di Morcone, Apollosa, Benevento che si erano costituiti parte civile. Quindi le arringhe dei difensori Alfonso Furgiuele, Angelo Leone, Antonio Leone, Luca Guerra, Roberto Prozzo, Carmen Esposito, Ettore Marcarelli, Dario Vannetiello e Giovannni Procaccini.

Le indagini hanno avuto inizio da una prima informativa del settembre del 2009 redatta dalla Squadra mobile di Campobasso, a cui ha fatto seguito un altro rapporto del 2012 dei carabinieri di Montesarchio integrato dagli accertamenti dei militari dell'Arma di Benevento che risalgono al dicembre del 2012. Dunque circa quattro anni di indagini per portare avanti l'inchiesta. Secondo l'accusa Giuseppe Ciotta avrebbe previsto la creazione di diverse ditte formalmente intestate a persone diverse (familiari, dipendenti e prestanome) ma facenti tutte capo a lui. Con questa aziende sarebbe stato solito partecipare alle gare di appalto, simulando una concorrenza fra le varie ditte. Tutte gare svoltesi dal giugno 2007 al marzo 2012. Un elemento di prova dei legami tra le varie ditte sono le intercettazioni telefoniche.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, avevano portato il 2 aprile del 2013 ad undici arresti e a due fermi. Erano stati anche bloccati dei beni che secondo gli inquirenti gli indagati stavano per trasferire in Libia. Le ordinanze di arresto erano state emesse dal Gup Sergio Pezza. Poi c'erano state le scarcerazioni. La Procura aveva richiesto il rinvio a giudizio di 19 persone. Il Gup Flavio Cusani nel marzo del 2014, ne aveva assolti dieci con la formula «il fatto non sussiste», rinviandone nove a giudizio. Poi le udienze davanti al collegio penale e ieri la conclusione.
 
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