L'ospedale dei Pellegrini e la faida dei Quartieri a Napoli, tre killer per due diversi raid

L'ospedale dei Pellegrini e la faida dei Quartieri a Napoli, tre killer per due diversi raid
di Leandro Del Gaudio
Domenica 19 Maggio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 20 Maggio, 18:47
5 Minuti di Lettura

Non doveva finire il «lavoro», non stava cercando la sagoma del ragazzo ferito pochi minuti prima all’altezza dei piedi. No, la sua missione era un’altra: stava cercando due rivali da uccidere, due soggetti legati al gruppo Saltalamacchia che dovevano trovarsi in ospedale in quel momento. Poi, quando si è trovato di fronte a tutto quel caos, a quella concitazione per la presenza di un ragazzo ferito alle gambe, è rimasto interdetto. E si è mosso a scatti. Si è arrestato, poi è andato avanti e indietro, poi ha sparato nel mucchio, sempre ad altezza d’uomo. Missione di morte fallita, il killer con il casco torna indietro, monta in sella alla moto del complice che lo aspetta e se ne scappa. Venerdì notte, ore 2.30, ospedale dei Pellegrini, zona Pignasecca, ora le idee sono chiare: ci sono tre nomi nel mirino degli inquirenti, per due fatti diversi, che si sono consumati a distanza di pochi minuti l’uno rispetto all’altro, sempre e comunque all’ombra di una faida tra gli uomini di Eduardo Saltalamacchia (in cella da un paio di mesi per estorsione) e Antonio Esposito (scarcerato da un paio di mesi). Ma andiamo con ordine, proviamo a ricostruire la terribile sequenza di sangue e paura, piombo e minacce che si è abbattuta nel pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini, la notte tra giovedì e venerdì scorsi.
 
Primo episodio, il ferimento di Vincenzo Rossi. Ha 22 anni, il look gomorroide che va per la maggiore, con l’immancabile barba da duro, a dispetto di un viso da ragazzino: Vincenzo Rossi, di Salita Arenella, viene ferito alle gambe e condotto ai Pellegrini. A sparargli all’altezza dei piedi è stato un suo coetaneo, che milita nel gruppo dei Saltalamacchia e che appena qualche mese fa venne ferito a colpi di pistola da Michele Elia, nella zona di piazza Trieste e Trento. Quindi, nella notte tra giovedì e venerdì, è andato in scena una specie di regolamento di conti tra due coetanei della stessa orbita criminale, dal momento che lo stesso Rossi viene indicato come soggetto di fiducia di Eduardo Saltalamacchia (per quanto frequentasse anche soggetti molto vicini al clan Cimmino dell’Arenella). Ma non è tutto. Già perché ad entrare in ospedale con casco integrale e pistola in pugno non è stato lo stesso soggetto che ha ferito Vincenzo Rossi, ma un altro potenziale killer a sua volta spalleggiato da un complice che lo attendeva pochi metri lontano in sella allo scooter. Due episodi criminali, due fatti probabilmente distinti, nel giro di una manciata di minuti, sempre lì nell’ospedale della Pignasecca, sempre e comunque all’ombra dello scontro tra i Saltalamacchia e gli Esposito. Scenario complesso, ma chiaro, almeno agli occhi degli inquirenti, che hanno il nome di quello che ha ferito Vincenzo Rossi; ma anche i due nomi dei protagonisti dell’incursione nel Pronto soccorso, poi culminata nell’esplosione di sei colpi di pistola (col ferimento, di striscio, di due minori). 

Due fatti (lo ripetiamo: probabilmente non collegati), tre nomi da ricercare, moventi e metodi sempre e comunque camorristici. Ma l’intreccio di fatti e di rimandi, di suggestioni e di contatti non è finito. Stando alle prime battute investigative, il killer col casco nero (che è finito in un video) cercava due nemici da uccidere, due uomini dei Saltalamacchia che si sono prontamente dileguati dopo l’esplosione dei colpi di pistola. E non è tutto. Quello che ha sparato in ospedale non è nuovo a scene di questo tipo: avrebbe fatto incursione a maggio dello scorso anno all’interno dell’ospedale Vecchio pellegrini, dove un’ambulanza venne dirottata sul luogo di un incidente stradale. Ricordate il caso? Un autista costretto ad uscire con l’ambulanza, un malato di cuore spinto via dalla lettiga, che venne sradicata e messa alla men peggio sulla croce rossa, tra il panico di decine di pazienti e operatori. Un anno dopo, uno di quelli del gruppetto di «dirottatori» sarebbe ritornato arma in pugno - sentendosi di casa qui in corsia nella Pignasecca - facendo fuoco nel mucchio, di fronte all’impossibilità di uccidere i due target designati.

E non è finita.

Ci sono ancora link e rimandi da tenere in considerazione. Quello che ha sparato al Pellegrini venerdì notte è lo stesso soggetto finito al centro di una spedizione punitiva ordita da killer in erba di Volla (capitanata dal giovanissimo Alessio Bossis), culminata poche settimane fa negli spari contro le vetrine del Caffè del Professore e di altri caffè storici (inchiesta Gambrinus), al termine dell’ennesimo litigio tra gang in odore di camorra in chissà quale discoteca dell’area metropolitana. Storie diverse all’ombra di una zona - parliamo dei Quartieri spagnoli - dove tre soggetti sono in fuga, protetti dai rispettivi clan di appartenenza: quello che ha sparato a Rossi; ma anche gli altri due che hanno fatto tum tum in ospedale, un po’ alla cieca, di fronte all’impossibilità di uccidere i due target designati. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA