Boccia: «Costruiamo l'Italia del 2040, basta bulimia dei like»

Boccia (Confindustria): Italia senza slancio, serve patto governo-opposizioni. Migranti, chiudere frontiere non è soluzione
Boccia (Confindustria): Italia senza slancio, serve patto governo-opposizioni. Migranti, chiudere frontiere non è soluzione
Mercoledì 22 Maggio 2019, 11:16 - Ultimo agg. 21:39
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L'appello degli industriali alla politica, al Paese, ad un «atto di generosità» di tutti, ad un patto anche tra Governo e opposizione, è a fare scelte «adesso», anche impopolari, per «studiare, progettare, costruire» il Paese che avremo tra venti anni. La relazione all'assemblea annuale del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, di fronte a componenti del Governo, Istituzioni, ed un platea di imprenditori da 2.500 posti, segna la distanza tra la «visione di lungo periodo», che per le imprese serve oggi al Paese, e lo sguardo corto della politica e in generale del dibattito nel Paese. 

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Per il leader degli industriali Dl Crescita e Sblocca Cantieri sono mosse del Governo «sulla strada giusta», «primi segnali positivi che sembrano superare una visione pregiudiziale verso l'attività di impresa», «è molto positivo - dice - che si sia passati da una stagione di conflitto al fatto che ci si confronti». Ma se è una svolta va verificato alla prova dei fatti, ed intanto è dura, fortemente critica, l'analisi che Boccia fa della realtà vista da chi fa impresa. «La politica deve raccogliere la sfida per il nostro futuro. Oggi, ora, subito», avverte, «ma la bulimia di consenso immediato affida ai social la ricerca di una popolarità che si misura in termini di like. Il presentismo imperante è una malattia molto grave, impedisce di vedere oltre il finire del giorno. La superficialità si fa regola».
 


Il contrasto è netto, le distanze enormi. Provano a colmarle prima Luigi Di Maio poi Giuseppe Conte che promettono apertura al confronto. «La nostra sfida più grande risiede nella contaminazione delle idee, nel dialogo costante e a volte nel compromesso, perché la realtà ci insegna ogni giorno in modo chiaro e semplice che senza confronto e dialogo questo Paese non lo possiamo governare», dice il vicepremier 5Stelle che non scende su terreni minati del confronto (come la Tav) ma prova a toccare tasti sensibili per le imprese: «Rigore e crescita devono continuare a essere compatibili ribaltando la scala gerarchica». Ed il premier aggiunge: «Siamo fermamente convinti che l'Italia possa farcela, tutti noi possiamo farcela, continuando sulla strada di un franco, virtuoso dialogo, di una discussione condivisa, creando sinergia di sistema».

Parlano dal palco ed in platea non scoccano scintille: non scaldano il clima tra gli imprenditori. È invece intensa, con un lungo applauso, in piedi, l'accoglienza al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ascoltato dalla prima fila della platea la relazione del presidente degli industriali. Boccia, per la sua ultima assemblea da presidente (oggi che si apre l'ultimo anno di lavoro del suo mandato, e prima che il clima elettorale porti Confindustria a concentrarsi sulle sue dinamiche interne) ha preferito una analisi politica di più ampio respiro, senza sconti: «Il Paese non riparte con lo slancio dovuto», «per rimetterci a correre sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività, che peggiorano il clima». La stoccata è netta: «Le parole di chi Governa non sono mai neutre: influenzano le decisioni di investitori, imprenditori, famiglie. Le parole che producono sfiducia sono contro l'interesse nazionale».

E smetterla «di dividersi su promesse che non si possono mantenere», bisogna «concentrarsi tutti sulle cose da fare, che sono tante e impegnative».
Non a caso accenna alle scelte «non indolori» che dovranno essere fatte per una manovra che parte da 32 miliardi e rischia di essere recessiva. «Possiamo evitare un autunno freddissimo per la nostra economia se costruiamo un programma serrato che faccia mutare la percezione sull'immobilità dell'Italia». A pochi giorni da «elezioni importanti», poi, la linea di Confindustria è ferma: «La via è una sola: un'Europa più coesa e più forte che possa competere alla pari con giganti come Cina e Usa»; E «se qualcuno dice il contrario deve dimostrare che esiste un modo credibile di difendere l'interesse nazionale italiano in un contesto diverso». Di attualità, nel quadro più ampio di una relazione di 23 pagine (più snella del consueto), anche un riferimento al tema dei migranti: «Davvero pensiamo che la soluzione sia chiudere le frontiere? Noi no».

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