Rissa a Cadice, gli amici di Emilio: «Ha cominciato a bere in Spagna»

Rissa a Cadice, gli amici di Emilio: «Ha cominciato a bere in Spagna»
di Valentino Di Giacomo
Domenica 26 Maggio 2019, 23:30 - Ultimo agg. 27 Maggio, 18:43
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Un calcio sulla tempia, il rumore assordante del piede che con atroce violenza colpisce la testa di un ragazzo inerme finito a terra dopo essere stato già colpito con forza da un pugno in faccia. Per quel calcio Emilio Di Puorto, 28enne di Villa di Briano, paesino del Casertano a due passi da Casal di Principe, è ora nel carcere di Cadice con l’accusa di tentato omicidio. Tutto si è svolto nell’arco di pochi minuti: i tanti drink bevuti nella discoteca di Punta San Felipe, qualche parola di troppo e poi la rissa che ha visto coinvolti un gruppetto di italiani in Erasmus contro una comitiva di spagnoli dopo la serata trascorsa a ballare. 
 
Sono quattro gli studenti italiani coinvolti nella rissa, tre di questi provenienti dalla Campania. Se per il casertano Di Puorto si sono aperte le porte del carcere, sono stati invece rilasciati gli altri tre, ma con accuse per rissa aggravata a loro carico. Tutti più giovani gli altri ragazzi: il napoletano Dario Bordoni (24 anni), l’italo-brasiliano, originario di Catania, Luca Maicon Vinicius Bellavia (22 anni) e il salernitano Nicola Iannetta che ha compiuto 21 anni solo venti giorni fa e che dalle immagini sembrerebbe colui che stordisce con un pugno al volto un trentenne spagnolo che ora si trova in coma farmacologico all’ospedale di Puerta del Mar in prognosi riservata. Le condizioni del giovane - spiegano i medici - sono gravi anche se stabili. Nicola, il ragazzino più giovane del gruppo, dovrà restare ancora a disposizione delle autorità spagnole perché la sua posizione è al vaglio degli inquirenti per quel pugno sferrato. Gli altri due ragazzi potranno probabilmente far ritorno in Italia già nelle prossime ore. 

Tutto è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato all’esterno della discoteca Momart Club sul molo della città andalusa, lì dove centinaia di ragazzi si riuniscono la sera per il viernes universitario. A riprendere la scena, così breve e pur così violenta, è stato uno dei buttafuori del locale che anziché intervenire per sedare gli animi ha invece deciso di filmare la rissa con il suo smartphone. Il video - in cui si vede la sequenza delle botte - è stato al vaglio degli inquirenti spagnoli per l’intera giornata di ieri. Un filmato assai simile alla rissa che due anni fa, a Lloret de Mar, portò invece alla morte del 22enne fiorentino Niccolò Ciatti, aggredito da tre ragazzi russi in discoteca. Gli studenti sono stati tutti interrogati, poi ieri è giunta la decisione del giudice di lasciare in libertà tre dei quattro ragazzi.

Nel pomeriggio di ieri, a Cadice, è arrivato Stanislao, fratello avvocato di Di Puorto, ma quando ormai Emilio era già stato portato in carcere. Anche Di Puorto studia giurisprudenza cercando di seguire le orme del fratello maggiore. «È un bravo ragazzo e - spiega l’amico di vecchia data Pasquale De Chiara - quando era qui non beveva tanto, ma ha iniziato a farlo da quando è andato in Spagna». Di Puorto è un patito del pallone e del fitness, passioni comuni anche con gli altri ragazzi protagonisti della rissa. Tutti con un fisico allenato in palestra e tutti con la voglia di divertirsi bevendo qualche drink di troppo. L’amicizia tra i quattro nata proprio a Cadice. Di buonissima famiglia, un diploma al Giambattista Vico, il napoletano Dario Bordoni, un giramondo amante del nuoto e con un corpo scultoreo tanto da posare come modello per alcuni fotografi di moda. Giovane e bello, Nicola Iannetta, barbudos come Di Puorto, un diploma al liceo scientifico Francesco Severi di Salerno. Compirà 23 anni a dicembre l’italo-brasiliano Maicon Bellavia, anche lui a Cadice per studiare ma incappato con gli altri in una delle tanti notti brave degli Erasmus, in una rissa dal tragico epilogo tra le lacrime delle ragazze che assistevano alla scena e chiedevano invano aiuto.

A seguire costantemente la vicenda dall’Italia, gli uomini del Servizio di cooperazione internazionale della polizia (Scip) che dalla sala operativa di Cinecittà hanno offerto ai colleghi spagnoli tutto il supporto per le indagini. In collegamento con i familiari dei ragazzi anche la Farnesina con gli ufficiali di collegamento della nostra ambasciata che da Madrid hanno seguito e continuano a monitorare le evoluzioni. Ora tutte le preghiere, pure da parte delle famiglie dei giovani italiani, sono rivolte per quel ragazzo spagnolo che lotta in ospedale. Chi spera con tutte le forze che quel giovane si svegli e si rimetta in fretta sono soprattutto i familiari di Di Puorto. Nel caso si verificasse il peggior esito l’accusa per Emilio potrebbe diventare di omicidio.
 
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