Regione Campania, tocca alla Lega: dopo il boom è caccia all'anti-De Luca

Regione Campania, tocca alla Lega: dopo il boom è caccia all'anti-De Luca
di Carlo Porcaro
Mercoledì 29 Maggio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:01
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Quando un partito cresce, significa che aumentano i consensi ma anche le ambizioni. È il caso della Lega in Campania. Chi lo avrebbe pronosticato soltanto pochi mesi fa? Dal 3 per cento registrato alle Politiche 2008 al 12 per cento delle Europee a Napoli città e il 19 su base regionale, un successo costruito nell'ultimo anno dai due massimi dirigenti salviniani, il coordinatore regionale Gianluca Cantalamessa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Mezzogiorno, Pina Castiello. Sono stati i primi a credere nell'ascesa di Matteo Salvini ed ora hanno il delicato compito di costruire una classe dirigente e radicare l'organizzazione sul territorio per vincere le prossime sfide.
 
Dietro le quinte c'è l'ex senatore e sindaco di Afragola, Vincenzo Nespoli. Non ha ruoli espliciti nel partito per le vicende giudiziarie che lo vedono ancora coinvolto ma soprattutto perché frenato dallo stesso Cantalamessa, che punta alla leadership di un partito in grande ascesa. C'è un retroscena che spiega quanto accaduto domenica. Il deputato napoletano, al momento di compilare le liste per le Europee, ha escluso il nipote di Nespoli, Camillo Giaccio. L'ex primo cittadino di Afragola non lo ha digerito ed ha puntato tutte le carte, insieme alla Castiello, su due candidati in particolare: la salernitana Lucia Vuolo (in passato vicina a Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia) e Vincenzo Sofo, compagno di Marion Le Pen. Entrambi eletti a Strasburgo.

Da Salerno e Caserta sono arrivate le percentuali maggiori per Salvini, che ha raccolto i consensi di tanti ex cosentiniani o ex esponenti della destra come Maurizio Matacena che ha lavorato molto da kingmaker. Tante cene si sono susseguite nei giorni precedenti il voto nel tentativo di convincere gli ultimi indecisi.

Da Nespoli, infatti, è giunto in extremis un sostegno anche al rettore dell'Università di Salerno, Aurelio Tommasetti, che ha preso 20mila preferenze tra Napoli e provincia e aspira a sfidare il governatore Vincenzo De Luca. Ma da Roma come candidato alla presidenza della Regione si pensa a Valentino Grant, presidente del Cda del Credito cooperativo e uomo forte di Salvini. A Napoli città, poi, si sono spesi - sempre con un accordo stretto con Castiello - l'ex consigliere comunale di Fi poi transitato nel Nuovo Centrodestra Marco Mansueto e il presidente di Noi Consumatori, Angelo Pisani. In provincia di Napoli è stato chiesto al coordinatore provinciale Biagio Sequino di fare un passo indietro per sostenere Grant.

Non dovevano esserci, questo il ragionamento, grandi competitor interni nel capoluogo e nella sua area metropolitana.

Negli equilibri interni, insomma, l'asse Nespoli-Castiello punta a contenere l'area che fa capo a Cantalamessa e alla coordinatrice cittadina, non eletta alle Europee, Simona Sapignoli, sostenuta senza grandi esiti da molti vecchi camerati con trascorsi in Msi-An come Marcello Taglialatela, Bruno Esposito, Giovanni Papa, Carlo Lamura e Gennaro Succoio. Un pezzo di destra storica che ha abbandonato Giorgia Meloni perché affascinati dalle politiche conservatrici filo-Trump di Salvini. «Ho preso atto con piacere della manifestazione di interesse e di adesione al progetto della Lega disse nell'occasione lo stesso Cantalamessa - Sta nascendo un partito identitario e nazionale che vuole riporre al centro della propria azione politica il territorio». I numeri gli hanno dato ragione, perché la crescita della Lega in tutta la Campania è stata superiore alle aspettative, ma c'è già da gestire il futuro. Che cosa comporterà infatti questo bottino di voti? Quali scenari aprirà all'interno del partito e nel rapporto con gli altri partiti della coalizione? Nelle prossime settimane potrebbero esserci delle novità. La Campania è stata una delle poche regioni che Salvini non ha commissariato prima del voto. Ha lasciato Cantalamessa alla guida del partito nonostante i tanti mal di pancia per le nomine di vertice a cui il coordinatore non ha provveduto proprio per accontentare le varie anime. Non si esclude che possa esserci qualche indicazione tra Roma e Milano, ma i rapporti tra il Capitano e Cantalamessa sono ancora ottimi. «Perché cambiare proprio adesso che, al netto di lenzuola e proteste di piazza, anche alle pendici del Vesuvio cominciano ad apprezzarmi?», il ragionamento del ministro dell'Interno. In tanti hanno bussato alla sua porta in questi mesi (tra gli altri Nunzia De Girolamo, Severino Nappi e Giampiero Zinzi), ma è rimasta chiusa: ha ritenuto improvvido far entrare nella Lega big provenienti da altre formazioni del centrodestra. La forza era, e così è stato, nel suo nome, nel brand Salvini. Tra un decreto sicurezza, tema molto sentito anche a Napoli soprattutto nei quartieri popolari, e un porto chiuso nonostante la flotta annunciata dal sindaco de Magistris.
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