Con passi giapponesi

Con passi giapponesi
Sabato 1 Giugno 2019, 12:43
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Uscire dalla trama, fare a meno dei personaggi, e restare con la realtà. Non replicandola, ma restituendola. Faccia a faccia con la vita, i suoi giochi, i pensieri che vengono, le cose che capitano, eliminando la finzione in cerca della funzione. Perché accadono le cose, come ci cadiamo dentro, come ci giriamo intorno, e poi che resta? Ecco Patrizia CavalliCon passi giapponesi” (Einaudi), che se lo Strega contasse qualcosa verrebbe da dire: Fermate tutto, non nominate la cinquina e datelo a lei; senza la macchinazione dei voti, le telefonate, le mail, le promesse e i ricatti; quest’anno è andata così: abbiamo scelto la vita, e chi la sa raccontare, per pezzi e frammenti e senza l’affanno degli editor che rappezzano i capitoli dei romanzi che poi vincono lo Strega, senza i Missiroli che scrivono di quello che non sanno, o gli Scurati che s’inventano i Mussolini, c’è la Cavalli. Una donna che passa leggera come la sabbia in una clessidra: che poi è il tempo di tutti noi, acchiappato per quanto è possibile, tra le dita, cercando di spiegarlo a chi ci sta di fronte. 
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