Elkann: «Stop al dialogo con Renault». Salta la fusione, bufera tra i governi

Elkann: «Stop al dialogo con Renault». Salta la fusione, bufera tra i governi
Elkann: «Stop al dialogo con Renault». Salta la fusione, bufera tra i governi
Giovedì 6 Giugno 2019, 18:43 - Ultimo agg. 7 Giugno, 15:00
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Renault è delusa e il governo francese non considera tramontato il progetto di fusione. Per Fiat Chrysler, che ha ritirato l'offerta, invece, la partita è chiusa. «Ci vuole coraggio per iniziare un dialogo come abbiamo fatto noi. Quando però diventa chiaro che le conversazioni sono state portate fino al punto oltre il quale diventa irragionevole spingersi, è necessario essere altrettanto coraggiosi per interromperle», spiega il presidente John Elkann in una lettera ai dipendenti. 

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Opposta la reazione dei mercati: il titolo Fca, dopo un'apertura pesante, viene addirittura congelato al rialzo e chiude con un segno positivo (+0,009%), mentre è invariato il valore delle azioni Exor. A Parigi, invece, Renault dopo avere perso fino a quasi il 7% finisce la giornata con -0,65%. È polemica anche tra i governi. «L'esito dei negoziati dimostra che quando la politica cerca di intervenire in procedure economiche non sempre fa bene, non mi esprimo ulteriormente», dice il vicepremier Luigi Di Maio. La partecipazione dello Stato francese «non ha nulla a che vedere» con il fallimento del progetto, replica il ministero dell'Economia a Parigi. Si schierano contro l'esecutivo italiano i sindacati. «In Francia - osserva il leader della Cgil, Maurizio Landini - ne hanno discusso tutti. In Italia nessuno». Il numero uno della Fim, Marco Bentivogli accusa il governo italiano di «colpevole quanto ingiustificata e totale assenza».

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Di «occasione persa», parlano i segretari generali della Cisl, Anna Maria Furlan e della Uil, Carmelo Barbagallo, ma anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «Il ministro dello Sviluppo economico non sa, per sua stessa ammissione, perché sono naufragate le trattative. Bene così», ironizza l'ex ministro Carlo Calenda, mentre la leader di Fdi, Giorgia Meloni, accusa lo Stato francese. «Di Maio, ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, nulla sa. Quale ministero dovrebbero assegnargli per ottenere la sua attenzione sul comparto che vale centinaia di migliaia di addetti e vari punti di Pil?» twitta Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia. La decisione di Fca di ritirare l'offerta è arrivata nella notte dopo la richiesta del board di Renault - su insistenza dello Stato francese, azionista del costruttore con una quota del 15,1% - di chiedere altri giorni di tempo. Il ministro dell'Economia, Le Maire, spiega che «un accordo era stato trovato su 3 delle 4 condizioni imposte dalla Francia (tutela lavoro e siti industriali, governance, partecipazione al progetto sulle batterie elettriche franco-tedesco, pieno coinvolgimento dell'alleanza con Nissan), restava da ottenere il sostegno esplicito di Nissan».

«Ci stavamo approcciando in modo positivo» ai negoziati e «c'era una chance di incrementare le opportunità per Nissan
», commenta il ceo giapponese Hiroto Saikawa.

Plaude al fallimento delle nozze il sindacato Cgt di Renault per il quale si trattava di un'operazione «puramente finanziaria e lontana da una reale strategia industriale». Il tema della futura alleanza, al centro della strategia dell'ex ad di Fca Sergio Marchionne, torna ora alla ribalta. «Fca, sotto la leadership di Mike Manley - sottolinea Elkann - è una società straordinaria, piena di persone eccezionali con una chiara strategia per un futuro forte e indipendente. Continueremo a essere aperti a opportunità di ogni tipo che offrano la possibilità di rafforzare e accelerare la realizzazione di questa strategia e la creazione di valore».

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