Napoli, viaggio nel bazar della contraffazione: così gli abusivi conquistano la città

Borse contraffatte in vendita al centro storico
Borse contraffatte in vendita al centro storico
di Antonio Folle
Domenica 9 Giugno 2019, 12:00 - Ultimo agg. 12:34
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Un immenso bazar del falso a cielo aperto. Ormai da diversi anni praticamente in tutte le strade della città sono presenti decine di venditori abusivi di tutte le nazionalità che immettono ogni giorno sul mercato migliaia di oggetti contraffatti - in particolare scarpe, borse, cover per cellulari e occhiali "griffati" - provocando un brusco calo nelle vendite nel mercato legale e, soprattutto, foraggiando la criminalità organizzata. La produzione e la vendita di merci contraffatte, infatti, è uno dei principali business dei clan napoletani che, in fabbrichette dislocate quasi sempre in periferia, producono ogni giorno migliaia di capi destinati alla pur vasta domanda "interna".

La maggior parte delle merci prodotte a Napoli vengono smerciate proprio in città. La produzione napoletana non sembra risentire - anche se negli ultimi anni ci sono stati alcuni problemi - della concorrenza delle merci provenienti da Cina e Turchia e che arrivano in città attraverso lo scalo portuale napoletano. I clan avrebbero stipulato un accordo per "calmierare" il prezzo dei materiali importati che, dopo essere stati lavorati a Napoli - esistono migliaia di fabbriche e fabbrichette che hanno il solo compito di cucire e incollare i marchi sui semi-lavorati - vengono venduti in altre piazze italiane.
 

Il mercato del falso, naturalmente, non riguarda la sola città di Napoli ma è un malcostume che provoca danni in tutta Europa. Secondo gli ultimi dati dell'Euipo - l'ufficio dell'Unione Europea per la proprietà intellettuale - nell'intera Eurozona i prodotti contraffatti pesano per il 5% su tutte le importazioni, per un valore di circa 85 milioni di euro. Conseguenza diretta della produzione e della vendita di merci contraffatte - la Cina si classifica saldamente al primo posto nel mondo per quantità di merci prodotte - è l'impoverimento del commercio legale e la perdita di posti di lavoro diretti e nell'indotto.

A Napoli nessuna strada sembra essere immune dal fenomeno. Nel mercato della Maddalena - a piazza Garibaldi - al corso Umberto, nella zona dei Decumani, ma anche a via Toledo, a via Chiaia, sul Lungomare e nella zona portuale sono presenti centinaia di venditori che adescano ogni giorno migliaia di potenziali compratori. Ogni zona della città si è divisa la sua fetta di mercato. Nel centro storico e a piazza Garibaldi sono diffusissime borse e scarpe - proprio nella zona di piazza Garibaldi si concentrano la maggior parte dei depositi - mentre a via Toledo, sul Lungomare e nella zona del porto di Napoli la fanno da padrone i venditori di occhiali, cover per cellulari, sciarpe, cinture e foulard con marchi fedelmente riprodotti.

Il boom turistico degli ultimi anni sembra aver dato una spinta fondamentale al mercato del falso, con una domanda che è cresciuta in maniera esponenziale proprio grazie alla presenza di migliaia di compratori che, per pochi euro, possono accaparrarsi una borsa o un paio di scarpe che in negozio costerebbero centinaia - se non migliaia - di euro. 

Le forze dell'ordine di tanto in tanto danno vita a blitz e sequestri di merci, ma contrastare un fenomeno in temibile espansione è compito decisamente troppo arduo per il raggio d'azione limitato di poliziotti, finanzieri, carabineri e vigili urbani. Il contrasto alla diffusione di merci contraffatte non può essere demandato alla sola azione delle forze dell'ordine ma deve necessariamente essere contrastato a livello comunitario, con normative - e sanzioni - più stringenti sia per chi produce che per chi eventualmente acquista. 
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