Valzer Procure, dopo la bufera
Salerno diventà la priorità del Csm

Valzer Procure, dopo la bufera Salerno diventà la priorità del Csm
di Petronilla Carillo
Mercoledì 12 Giugno 2019, 06:30
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Potrebbe essere solo questione di giorni e Salerno potrebbe avere il nuovo procuratore capo. La bufera che si è abbattuta sul Consiglio superiore della magistratura avrebbe un po’ cambiato l’ordine delle priorità dei magistrati di palazzo dei Marescialli. Sarebbe stato adottato un rispetto rigoroso del criterio cronologico per le nomine ai vertici di procure e tribunali, partendo da quegli uffici giudiziari la cui casella di comando è scoperta da più tempo e non più in base alla grandezza della ufficio interessato dalla nuova nomina. Travolto proprio dallo scandalo nomine, il Csm è al lavoro per recuperare credibilità. La Commissione per gli incarichi direttivi, da ieri all’opera con un nuovo presidente Mario Suriano (Area) - in sostituzione di Gianluigi Morlini, uno dei quattro togati che si sono autosospesi - ha deciso di cambiare metodo. Rispettare sempre e comunque il calendario delle scoperture è la nuova parola d’ordine. Il che vuol dire, basta con la pratica delle selezioni che facilita gli accordi spartitori tra le correnti della magistratura. Un approccio che ha conseguenze immediate: la lista delle nomine nelle procure vede balzare ai primi posti Salerno, che è senza capo da 9 mesi. 

Intanto la sezione distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati, proprio in relazione ai gravissimi episodi su cui indaga la procura di Perugia, al termine di una partecipata assemblea, con soli quattro voti contrari, ha approvato il documento del Comitato direttivo centrale dell’Anm con il quale si censurano gli incontri, avvenuti al di fuori della sede istituzionale del consiglio e aventi ad oggetto anche la nomina dei procuratori di Roma e Perugia, ai quali hanno partecipato consiglieri in carica, due deputati, uno dei quali magistrato in aspettativa e l’altro imputato nell’ambito di un procedimento trattato dalla Procura della Repubblica di Roma ed un ex consigliere, aspirante all’incarico semidirettivo di procuratore aggiunto di Roma in quanto rappresentano una evidente interferenza nel corretto funzionamento dell’organo di Autogoverno attestandone una inaccettabile ed ingiustificabile degenerazione avverso la quale si impone una immediata e ferma reazione.
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