Paolo Arata arrestato: ex consulente Lega indagato per corruzione. Il gip: coinvolto anche Siri

Paolo Arata
Paolo Arata
Mercoledì 12 Giugno 2019, 08:08 - Ultimo agg. 13 Giugno, 07:52
3 Minuti di Lettura

All'alba di oggi sono scattate le manette per Paolo Arata, l'ex deputato di Forza Italia ed ex consulente della Lega per l'energia e il figlio Francesco. I due sono accusati di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Secondo la Dda di Palermo Arata, padre e figlio, sarebbero soci occulti dell'imprenditore trapanese dell'eolico Vito Nicastri, che secondo gli inquirenti sarebbe vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro, anche lui finito in carcere con il figlio Manlio. Agli arresti domiciliari anche il dirigente regionale Alberto Tinnirello. 

Siri, pm depositano l'informativa con le accettazioni. I legali di Arata: «Pronti a interrogatorio»

La svolta giudiziaria che ha portato all'arresto di Paolo Arata e del figlio è arrivata dopo le perquisizioni dello scorso 17 aprile da cui sarebbero emersi riscontri alle ipotesi d'accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dal pm Gianluca De Leo. L'ordinanza è stata emessa dal gip Guglielmo Nicastro.

 


Nel corso delle indagini che hanno portato all'arresto di Paolo Arata, «tra i fatti di reato sono emersi anche ipotizzati accordi corruttivi raggiunti a Roma nel settembre 2018 da Paolo Arata, dal figlio Francesco e dell'attuale senatore Armando Siri». È quanto scrive il gip nella misura cautelare. Gli atti relativi a Siri sono poi stati inviati a Roma dove la Procura sta proseguendo l'inchiesta. «Ufficio con il quale è in corso pieno e proficuo coordinamento investigativo che ha consentito tra l'altro, lo scorso 18 aprile, l'esecuzione congiunta di attività di perquisizione e sequestro nei confronti di alcuni indagati iscritti sia nell'ambito del presente procedimento che nell'ambito di quello pendente innanzi alla A.G. di Roma», dice il gip.

Per i pm di Palermo Arata e Nicastri, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro, sono soci in affari. «Arata ha fatto tesoro della sua precedente militanza politica, in Forza Italia, - scrive il gip - per trovare canali privilegiati di interlocuzione con esponenti politici regionali siciliani ed essere introdotto negli uffici tecnici incaricati di valutare, in particolare, i progetti relativi al bio-metano».

La «confluenza di interessi, da parte di più articolazioni mafiose» nel settore delle energie rinnovabili «è stata plasticamente rappresentata dal suo capo assoluto», Totò Riina, «il quale durante la sua detenzione nel carcere milanese di Opera, nell'affrontare temi e vicende relative ad altre questioni criminali, commentava già nel 2013 con il suo interlocutore la decisione di speculare nel settore eolico da parte del latitante Matteo Messina Denaro, reo a dire del Riina di tralasciare gli affari tradizionalmente oggetto delle attività criminale di Cosa Nostra e di dedicarsi ai 'palì, figura retorica utilizzata dal boss per indicare l'attività imprenditoriale riferibile al settore dell'eolico». È quanto si legge nell'ordinanza del Gip di Palermo di applicazione delle misure cautelari nei confronti, tra gli altri di Paolo Arata e Vito Nicastri.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA