La promessa di Papa Francesco: «Napoli è bellissima, presto tornerò da voi»

La promessa di Papa Francesco: «Napoli è bellissima, presto tornerò da voi»
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 22 Giugno 2019, 07:30 - Ultimo agg. 17:45
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Anticipa il rientro ma promette che «ci rivedremo presto», Papa Francesco, a Napoli per chiudere il convegno organizzato dalla sezione San Luigi della facoltà teologica dell'Italia meridionale. Arriva puntuale, come è nel suo stile, a bordo di un'auto di piccola cilindrata - anche questo è nel suo stile - ben lontana dal macchinone di rappresentanza che ci si sarebbe potuti aspettare. All'ingresso della facoltà tirata a lucido, dove sono ancora in corso i lavori di una imponente ristrutturazione, lo aspetta il cardinale Crescenzio Sepe con il decano Pino Di Luccio, motore dell'evento, al quale è affidata anche l'introduzione ai lavori della seconda e ultima giornata del convegno, quella delle «proposte», dei fatti che superano le parole, della concretezza che segue l'analisi. «In questi mesi passati - dice Di Luccio rivolgendosi al Pontefice - mi hanno chiesto come l'ho convinta a tornare e a partecipare a questo convegno. Penso che sia un dono speciale dello Spirito Santo».
 
Fa un caldo da morire, vanno a ruba ombrelli e cappellini: ne indossa uno anche il rettore della Federico II Gaetano Manfredi, in prima fila, tra i pochi invitati - con il sindaco Luigi De Magistris, il governatore Vincenzo De Luca e il prefetto Carmela Pagano - a partecipare a un incontro dedicato quasi esclusivamente a docenti e studenti delle facoltà teologiche. E fa talmente tanto caldo che sarà proprio il Papa, intorno alle 11, tra una relazione e l'altra, prima della lettura dello scritto inviato da Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli - a chiedere a Di Luccio una breve pausa per dare la possibilità a chi è in platea di andare a cercare un po' d'ombra e dell'acqua. Poi la decisione di non rimanere a pranzo con gli studenti e i sacerdoti, così come prevedeva la tabella di marcia: «Il Pontefice è molto stanco - fanno sapere dalla sala stampa del Vaticano - e ha deciso di anticipare il suo ritorno a Roma». Delusione e amarezza tra i tanti giovani del seminario che non aspettavano altro che sedersi a tavola con Papa Francesco, ma niente paura, ogni promessa è debito, i gesuiti non hanno dubbi: «Vedrete, tornerà». Ne è convinto anche il cardinale: «Il Papa ama questa città - dice Crescenzio Sepe - e se andiamo oltre la singolarità di un Pontefice che partecipa a un convegno, e prende la parola su un tema di attualità enorme, la facoltà teologica dell'Italia meridionale è senza dubbio diventata un punto di riferimento per tutti».

Parla a lungo, Sua Santità, circa tre quarti d'ora, «Napoli è un luogo bellissimo» - dice - e trasmette ottimismo a una platea composta in gran parte da giovani. Parla del dialogo, dei migranti e del Mediterraneo, e anche di «una città dove non ci sono solo episodi di violenza, ma - assicura Bergoglio - che conserva tante tradizioni e tanti esempi di santità, oltre a un capolavoro di Caravaggio sulle opere di misericordia e la testimonianza del santo medico Giuseppe Moscati». E poi aggiunge: «Vorrei ripetere quanto ho scritto alla Facoltà di teologia dell'Università cattolica argentina: anche i buoni teologi, come i buoni pastori, odorano di popolo e di strada e, con la loro riflessione versano olio e vino sulle ferite degli uomini».

Poi il momento dei regali e quello delle benedizioni. Per il Papa diversi libri, un medaglione in bronzo, un pannello della mostra fotografica permanente «Sguardi sul mediterraneo» e un'offerta per la sua carità. La comunità di Torre del Greco gli ha anche donato una incisione realizzata su una conchiglia in onore di San Vincenzo Romano, il parroco torrese recentemente canonizzato. Prima di lasciare la facoltà, Bergoglio ha anche benedetto una targa che sarà collocata dinanzi all'ingresso della biblioteca, una campana commemorativa del convegno che troverà posto nell'aula magna dell'istituto di formazione, e alcune vignette su San Francesco d'Assisi insieme con un bozzetto in gesso di un particolare dell'opera «Cristo Svelato» del maestro Giuseppe Corcione.

Una «giornata storica», quella di ieri, secondo il sindaco De Magistris, anche lui in prima fila munito di ombrellino giallo per ripararsi dal sole: «il Papa - dice - ha scelto Napoli per questa iniziativa che ha avuto al centro il Mediterraneo e, in perfetta linea con le parole espresse oggi dal Santo Padre, credo che già da un po' in questa città si stia costruendo un nuovo umanesimo».
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