Jolanda morta a otto mesi,
fermato il papà: pericolo di fuga

Jolanda morta a otto mesi, fermato il papà: pericolo di fuga
di Petronilla Carillo
Lunedì 24 Giugno 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:47
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Nella serata di ieri Giuseppe Passariello, il padre della bimba di otto mesi giunta cadavere all'alba di sabato in ospedale a Nocera Inferiore, con lividi e ustioni sul suo corpicino, è stato sottoposto ad un decreto di fermo con l'accusa di omicidio. Secondo gli inquirenti c'era un possibile rischio di fuga da parte dell'uomo dopo che, nella nottata tra sabato e domenica, gli investigatori hanno rilevato delle discordanze tra il suo racconto e quello della moglie Imma Monti. Insomma, versioni contrastanti sulla ricostruzione delle ultime ore di vita della piccola Jolanda e sulle modalità in base alle quali la piccola di otto mesi si sarebbe procurata i lividi. Discordanze balzate subito agli occhi dei poliziotti della Squadra mobile (agli ordini dei vicequestori Marcello Castello e Aniello Ingenito) a lavoro sul caso assieme ai colleghi del commissariato di Nocera Inferiore (diretti dal vicequestore Luigi Amato): uno dei due avrebbe raccontato una verità volutamente falsata. Imma Monti e Giuseppe Passariello, avrebbero raccontato situazioni e fatti discordanti tra di loro tant'è che, nel cuore della notte, sono stati gli stessi inquirenti a consigliare alla donna di trovare un altro legale perché alcuni elementi emersi nel corsod egli interrogatori avevano reso l'avvocato Ilaria Ruocco, difensore di entrambi, incompatibile con il doppio mandato. Nella serata di ieri, l'epilogo al termine di una lunga giornata di lavoro per gli investigatori durante la quale sono state ascoltate altre persone che avrebbero aggiunto tasselli decisivi alla storia. I due coniugi, nella nottata tra sabato e domenica, avrebbero chiesto personalmente agli inquirenti di andare presso due diverse case famiglie mentre l'altro bambino della coppia era stato affidato alla nonna. Le conferme alle ipotesi accusatorie arriveranno solo dall'esame autoptico previsto per il pomeriggio di oggi, presso l'obitorio dell'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.
 
Agli inizi del mese di giugno la piccola Jolanda era andata a fare un risonanza al Santobono. Un esame agli arti superiori, alle manine, in particolare, in quanto era nata con alcune problematiche che, proprio grazie all'aiuto dei medici napoletani, stava risolvendo. Non avrebbe, dunque, avuto delle sintomatologie legate a malattie ematologiche - come ipotizzato da qualcuno - tali da lasciar supporre la formazione di coaguli di sangue sottocutanei. E proprio in quella circostanza, la piccola non presentava segni sul corpo altrimenti i sanitari dell'ospedale pediatrico, sarebbero intervenuti per comprenderne le cause. Se dunque è accaduto qualcosa, è accaduto tutto negli ultimi giorni se non addirittura nelle ultime ore. Giorni drammatici che ora gli investigatori, con il coordinamento della procura di Nocera Inferiore, guidata dal procuratore capo Antonio Centore, stanno cercando di ricostruire. Partendo anche da quel pianto continuo della piccola Jolanda che i vicini hanno più volte ripetuto ai poliziotti. Quanto refertato dai sanitari dell'Emergenza dell'ospedale nocerino, del resto, non lascerebbe dubbi sulle condizioni in cui era il corpicino della piccola: «edema al volto con chiazze ecchimotiche estese al collo ed escoriazioni in fase crostosa». Ma non solo. I medici, ad un primo esame esterno della salma hanno anche constatato l'esistenza di «lesioni simili ad ustioni estese al palmo della mano bilateralmente profonde e meno profonde anche al dorso dei piedi e alla pianta», quindi di «lesioni aftose-ulcerative al cavo orale, congiuntive endematose bilaterali, ecchimosi più recenti al braccio destro e al dorso». Ora resta da capire la causa del decesso, l'ipotesi è per asfissia.

Il sindaco di Sant'Egidio del Monte Albino, Nunzio Carpentieri, ha invece convocato d'urgenza le assistenti sociali e tutti quanti hanno avuto rapporti con la famiglia Passariello. Una famiglia «problematica» messa sotto attenzione proprio dagli uffici sociali del Comune ma per la quale, a quanto pare, non ci sarebbe mai stato alcuni intervento reale se non qualche aiuto per i due bambini. Proprio le due assistenti sociali, accompagnate dalla polizia municipale, nella giornata di sabato sarebbero state sentite a lungo dagli investigatori. Ma il sindaco ora vuole di più: andare a fondo alla questione e individuare, nel caso ci siano, eventuali responsabilità o mancanze.
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