La piccola Jolanda morta strangolata:
autopsia choc, i dubbi sulla mamma

La piccola Jolanda morta strangolata: autopsia choc, i dubbi sulla mamma
di Petronilla Carillo
Martedì 25 Giugno 2019, 07:00 - Ultimo agg. 14:34
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Il fatto che a quella bambina, in fondo, non era «tanto legato», «preferendo il maschietto», Giuseppe Passariello, il papà di Sant'Egidio del Monte Albino arrestato domenica sera perché accusato dell'omicidio della figlioletta di otto mesi, se lo era lasciato sfuggire in sede di interrogatorio. Così come si era anche lasciato sfuggire di «non averla trattata tropo bene in alcune circostanze», come quando la piccola piangeva a causa del fastidio che aveva nelle manine. Fastidio provocato da una patologia neurologica per la quale era anche stata visitata al Santobono di Napoli. Lui e la moglie, Imma Monti, anche lei indagata (ma a in stato di libertà) in concorso in omicidio, dopo aver fornito versioni diverse agli agenti della Squadra mobile di Salerno (diretti dai vicequestori Marcello Castello e Aniello Ingenito) e del commissariato di Nocera Inferiore (agli ordini del vicequestore Luigi Amato) sulle modalità attraverso le quali la piccola Jolanda si era procurata lividi ed escoriazioni, si erano anche accusati l'un l'altro. Gli investigatori da subito avrebbero avuto un quadro abbastanza preciso della situazione tant'è che, quando ieri pomeriggio i medici legali Rosanna di Concilio e Giuseppe Consalvo hanno eseguito l'autopsia sul corpicino della lattante, sarebbero andati a colpo sicuro: prima avrebbero chiesto ai medici dell'ospedale Umberto I di Nocera di sottoporre la piccina ad una tac alla testa e al volto - per verificare se poteva aver ricevuto dei pugni in faccia - poi hanno da subito controllato quei segni di strangolamento che aveva al collo. In attesa dei risultati istologici degli organi, i due medici si sono però subito precipitati a riferire agli inquirenti quanto accertato nel corso dell'esame. Accertamenti che, a quanto pare, potrebbero aggravare anche la posizione della madre. «È un caso singolare» avrebbe commentato uno dei due sanitari all'uscita dell'obitorio.
 
A carico di Giuseppe Passariello la procura di Nocera Inferiore aveva ipotizzato contestazioni gravi fin dall'inizio: in particolare, ripetuti maltrattamenti che avrebbero causato la morte della minore quale conseguenza delle lesioni riportate, aggravate dall'omissione reiterata dei necessari soccorsi. Anche se in un primo momento lo avevano lasciato libero, gli agenti della Mobile lo tenevano sempre sotto controllo. Lo hanno seguito anche domenica sera dall'Agro a Salerno dove l'uomo, 37 anni, è stato fermato mentre era alla stazione in procinto di prendere un treno e darsi alla fuga. Quando i poliziotti lo hanno bloccato, lui si è subito giustificato: ha riferito di essere molto sotto stress e in crisi di astinenza, quindi di essere venuto nel capoluogo per farsi una dose di droga. Così gli agenti hanno richiesto l'intervento del 118 e lo hanno fatto visitare in ospedale dove i sanitari non hanno appurato nulla di ciò che lui lamentava. Di qui l'arresto.

Che la bambina sia stata uccisa nessuno, ormai, ha più dei dubbi. Che sia stata uccisa con violenza, anche. Bisogna ora soltanto incrociare l'esito delle perizie con il racconto fatto nella nottata tra sabato e domenica dai suoi genitori. Sono soprattutto quei segni sul collo ad aver da subito insospettito gli inquirenti e ora, potrebbero trovare una risposta nell'esame autoptico disposto dalla procura di Nocera Inferiore. Nel corso degli accertamenti medici di ieri nessun dettaglio è stato trascurato ed oggi sul tavolo del magistrato titolare dell'indagine potrebbe arrivare qualche elemento utile a dare una decisiva svolta alle indagini. È soprattutto l'arco temporale che ora è sotto esame degli investigatori: quindici giorni, quanti sarebbero passati dalla visita al Santobono al decesso.

Ma non solo. Anche i minuti preziosi persi la notte tra venerdì e sabato quando la piccola avrebbe smesso di respirare. C'è poi il problema delle condizioni igienico-sanitarie nelle quali vivevano: la piccola avrebbe avuto una infezione virale alla gola.

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