Il calvario dei rifiuti: mezzo milione di proteste a Roma

Il calvario dei rifiuti: mezzo milione di proteste a Roma
Il calvario dei rifiuti: mezzo milione di proteste a Roma
di De Cicco e Evangelisti
Giovedì 11 Luglio 2019, 00:36 - Ultimo agg. 14:25
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Il malcontento dei romani viaggia a un ritmo di reclami mai visto: mezzo milione di proteste all’anno contro i disservizi dell’Ama. E questo succedeva prima della lunga crisi dei rifiuti a Roma ancora in corso, quando la rabbia dei cittadini si è moltiplicata. A far infuriare maggiormente sono la scarsa puntualità della raccolta “porta a porta”, le strade sporche mentre gli spazzini latitano e i cassonetti che non vengono svuotati per giorni e traboccano d’immondizia. Il malumore che monta a livelli record è stato fotografato in un rapporto ufficiale del Campidoglio (è stato pubblicato ieri dalla Commissione di controllo sull’applicazione del Contratto di servizio dell’Ama). Dal dossier emerge un elemento ancora più preoccupante: sono numeri del 2018 che contabilizzano le chiamate alla linea verde della municipalizzata. Prima quindi della grande crisi della raccolta che tormenta Roma ormai da cinque settimane.

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RIVOLTA
Migliaia di romani hanno chiamato l’Ama in questi giorni. Ma già nel 2018 le segnalazioni per le inefficienze avevano superato l’incredibile quota 550.666, con un aumento sensibile rispetto all’anno precedente, quando furono 379.615 (+45 per cento). Numeri che certificano come la situazione della raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade sia in caduta libera, non a caso nel 2018 è diminuita anche la percentuale della raccolta differenziata, cosa che non avveniva a Roma da dieci anni. Altro dato che fa scattare un campanello d’allarme: i cittadini protestano segnalano, reclamano, ma le risposte non sono puntuali perché - sempre dati ufficiali della Commissione di controllo del Comune - una volta su quattro alle segnalazioni non segue un’adeguata spiegazione dell’azienda. Più nel dettaglio recita il report: «Le relazioni trimestrali dell’Ama specifiche su reclami e segnalazioni evidenziano una percentuale media di evasione delle pratiche per il 2018 pari al 73,15 per cento, in diminuzione rispetto all’80,82 per cento del 2017». Chiaro no? I romani presentano più reclami, ma l’Ama evita più di frequente di rispondere.

L’azienda, sotto l’amministrazione Raggi, ha puntato tutto sulla diffusione della raccolta “porta a porta”, presentandola come una rivoluzione che avrebbe salvato la Capitale dalle vecchie logiche. Ma tra il dire e il fare, in una città complicata come Roma, c’è di mezzo una galassia. Ecco, allora che nel 2018, sono state 190.348 le segnalazioni per il caos proprio del porta a porta, il 45 per cento in più dell’anno precedente. Detta in altri termini: sono 520 al giorno. Un altro dato molto alto riguarda le segnalazioni al numero verde dell’Ama sulla mancata pulizia o sul lavaggio delle strade. Sono state 181.779, con un incremento rispetto all’anno precedente del 31 per cento. Ma l’aumento maggiore - e anche questo era prevedibile - si è visto alla voce «mancata raccolta stradale». Le chiamate di protesta nel 2018 sono state 125.603, il 56 per cento in più del 2017.

PAGELLA
Il report cita anche il monitoraggio sulla qualità percepita dai cittadini effettuato dall’Agenzia che controlla i servizi pubblici.
Di fatto i cittadini, su una scala da uno a dieci, hanno dato un voto ad Ama e l’insufficienza, su tutte le voci, è molto grave, come annota la Commissione guidata da Laura D’Aprile, direttrice della Direzione Rifiuti del Campidoglio. Prendiamo il dato dell’ottobre 2018: per la pulizia stradale la valutazione registrata fa segnare un 4, per la pulizia dell’area dei cassonetti va ancora peggio (3,7). Sulla raccolta stradale il voto dei romani è 4,2. Va un po’ meglio per il porta a porta (5,2, incrociando questo dato con quello del numero di segnalazioni alla linea verde si comprende che dove funziona il “pap” ha un buon gradimento, purtroppo però ci sono molte lacune che giustificano poi i 190mila reclami). Sufficienza infine solo per i centri di raccolta dove si portano gli ingombranti. Ma un 6 non basta a salvare l’Ama dalla bocciatura.

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