Capri piange Luciano De Crescenzo: le performance isolane dell'ingegnere filosofo

Capri piange Luciano De Crescenzo: le performance isolane dell'ingegnere filosofo
di Anna Maria Boniello
Giovedì 18 Luglio 2019, 20:10 - Ultimo agg. 20:15
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A Capri l’hanno sempre chiamato ingegnere, poiché lavorava all’IBM, anche quando è diventato personaggio dello spettacolo ed autore di libri che affrontavano ironicamente il tema della filosofia. Luciano De Crescenzo era considerato un caprese tra i capresi sin dagli anni in cui prese casa a Capri agli inizi degli anni 70’ insieme al suo amico Renzo Arbore, già affermato showman cantante e musicista e Mariangela Melato attrice famosa del grande schermo e del teatro, a Villa Mariuccia, al termine dello stretto viale che porta al belvedere di Tragara, un angolo particolare di Capri che domina i Faraglioni.
 
 

Il legame con l’isola De Crescenzo lo ha mantenuto per l’intera vita. Capri lo galvanizzava ed le sue notti le trascorreva sempre in taverna, snobbando i night club, in un’epoca in cui non esistevano ancora le discoteche. Sempre circondato da amici l’ingegnere… si divertiva a raccontare esilaranti barzellette che coinvolgevano il pubblico dei tavernicoli e cantava insieme ai cantanti di quell’epoca le canzoni napoletane classiche. In particolare al Guarracino dove c’erano i fratelli Lembo, Bruno, Gianni e Guido che era ancora un ragazzino, che accompagnavano De Crescenzo nelle sue performance canore ed artistiche.
 

Ed è proprio Guido Lembo oggi che ricorda con amarezza la scomparsa di De Crescenzo, che poi negli anni anche quando è diventato famoso non ha perso la sua cordialità tutta napoletana ed andava a trovare Guido, ormai famoso anche lui, all’Anema e Core. La taverna del terzo millennio che è diventata l’Agorà canora di giovani, vacanzieri, personaggi famosi e il mondo dello star system. Nelle parole di Guido Lembo oggi c’è tanta tristezza e dice con commozione: «Non dimenticherò mai gli occhi azzurro cielo di Luciano che cominciavano a ridere ancora prima che scoppiasse la sua risata al termine di ogni barzelletta. Mi è sempre restato un dubbio – conclude Guido Lembo – chissà se erano vere o le inventava all’istante».
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