«Addio professò», Napoli piange Luciano De Crescenzo: lutto cittadino e bandiere e mezz'asta

«Addio professò», Napoli piange Luciano De Crescenzo: lutto cittadino e bandiere e mezz'asta
di Maria Chiara Aulisio
Venerdì 19 Luglio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:35
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Napoli piange il professore, e anche il famoso cavalluccio rosso acquistato a piazza Mercato da Riccardo Pazzaglia nel film «Così parlò Bellavista», si tinge di nero. Un cimelio che Fabio, titolare di un negozio al vico Lavinaio, custodisce gelosamente dal giorno in cui, oltre trent'anni fa, è stata girata quella scena storica finita negli annali del cinema italiano: Scusate, che cosa è successo?. Da ieri il cavalluccio rosso intorno al collo porta un collare scuro che Fabio non gli toglierà mai più.
 
Lutto cittadino e bandiere a mezz'asta nel giorno dei funerali di Luciano De Crescenzo, cordoglio e tristezza, dolci ricordi e parole d'affetto che si inseguono sui social dove amici e colleghi lo ricordano anche solo con un pensiero. Uno dei primi è Nino D'Angelo, il caschetto biondo degli anni Ottanta, «quando si giocava a pallone insieme nella Nazionale attori con Troisi, Verdone e Montesano. Lo conoscevo da sempre, - aggiunge - e ancora lo ringrazio per tutto ciò che mi ha insegnato». Carico di commozione anche il tweet di Salvatore Esposito/Genny Savastano: «Siamo angeli con una solo ala - scrive il protagonista di Gomorra - possiamo volare soltanto abbracciati». Parla invece di «cultura, ironia e simpatia» Antonio Bassolino che ricorda il primo Capodanno organizzato in piazza del Plebiscito. «Gli chiesi di venire per stare tutti assieme e fare un brindisi alla città. Fu entusiasta e aderì immediatamente. Era un vero signore, il mio amico Luciano, ambasciatore di Napoli nel mondo». Si affida ai social anche il governatore Vincenzo De Luca che definisce lo scrittore «una delle figure più belle, semplici e rappresentative della cultura meridionale che meglio di altri ha saputo interpretare il senso della storia che è insito nella gente del sud».

Camera ardente nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, oggi, dalle 10 alle 20, e città listata a lutto quando si terranno i funerali. Lo ha deciso il sindaco Luigi de Magistris che vuole esprimere così il cordoglio di tutti i napoletani per la morte «del grande Luciano De Crescenzo» che definisce «uomo di estrema intelligenza, enorme cultura e grande simpatia tutta partenopea». Ha «una stella in più, il cielo di Napoli» per Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, che su Twitter definisce così lo scrittore napoletano: «Uomo straordinario che grazie al suo brillante spirito ha appassionato milioni di lettori in Italia e nel mondo». Ricorda invece «l'uomo d'amore», come si definiva lui stesso, Pina Castiello, sottosegretario al Sud: «Lo adoravo. Mi mancherà immensamente, ma lo ringrazio per aver tenuto alto il nome di Napoli e aver rappresentato, e raccontato, i meridionali come meglio non si sarebbe potuto». Sono davvero tanti i messaggi scritti per ricordare il filosofo napoletano. L'assessore comunale alla Cultura, Nino Daniele, parla «di perdita incolmabile ma il suo genio guizzante scintillerà nel nostro Pantheon. Il suo stile creativo e divulgativo è stato e resterà inconfondibile. Un singolare e unico modo di declinare colto e popolare». Poi, Aurelio De Laurentiis: «L'ho conosciuto quando era un ingegnere della Ibm. - ricorda il presidente del Napoli - Aveva appena pubblicato Così parlò Bellavista. Mi intrigava molto il suo modo di scrivere, e quando lo chiamai a collaborare alla sceneggiatura di un film ambientato a Napoli con Nino Manfredi, La mazzetta, si presentò nei nostri uffici e cominciò a elaborare le sue invenzioni attraverso la sua conoscenza informatica. Erano gli anni 70, lasciò tutti a bocca aperta». Infine il saluto degli amici della Costiera amalfitana dove lo scrittore amava passare le vacanze: «Ciao Lucià, ci mancherai. Qui a Conca dei Marini niente sarà più come prima».

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