Il centro storico di Salerno
in balìa dei teppisti

Il centro storico di Salerno in balìa dei teppisti
di Barbara Cangiano
Venerdì 9 Agosto 2019, 10:32
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Da tre anni chi vive in largo Barbuti ha perso sonno, tranquillità, vivibilità, pulizia. E tolleranza. Perché è da allora che la piazzetta situata nel cuore del centro storico si è trasformata in un campo a cielo aperto per lo sballo senza regole. Gli ultimi atti vandalici che hanno colpito il Teatro dei Barbuti sono solo uno dei tantissimi episodi che residenti e operatori culturali e turistici sono stati costretti a subire nel tempo da parte di gruppi di ragazzi che, terminata la via crucis tra i bar della movida, consumano le ore che li separano dall'alba - e dalla ritirata - tra spinelli, schiamazzi e bottiglie di superalcolici. «Sono animali - taglia corto Paolo Sessa, insegnante e frontman del gruppo musicale Malatja - Distruggono sedie, palchi, tendoni, quando la piazza è allestita. Urlano e imprecano contro chi si permette di redarguirli reclamando, giustamente, un po' di pace. Chiamare le forze dell'ordine è inutile perché non interviene mai nessuno». Facile pensare che possano essere persone della zona, eredità di un centro storico poco istruito alla cura dei luoghi. «Assolutamente no - continua Sessa - Sono figli di papà, il prodotto di quella borghesia bene che ha acquistato case da mille e una notte a poche centinaia di metri da qui. La gente del quartiere non si permette».

 

L'IDENTIKIT
Un'opinione condivisa dal professore Luigi Ciriaco, titolare del b&b Santa Maria dei Barbuti: «Non sono figli di delinquenti, bande nate nel degrado o nel disagio. Sono ragazzini facoltosi che si credono i padroni del posto. Arrivano con i loro scooter costosi, armati di droga e superalcolici e fanno quello che passa loro per la testa, compreso urinare per terra e dare sfogo ai loro istinti sessuali. La situazione è diventata estremamente critica perché sono scostumati e violenti. Qualche tempo fa un mio amico uscì di casa perché si era accorto che si stavano divertendo a mandare in frantumi decine di bottiglie sul suo pavimento di cotto appena ristrutturato. Per tutta risposta è stato preso a schiaffi. Lasciando perdere gli insulti, per ripicca imbrattano con le bombolette spray i muri. Eppure qui ci abbiamo investito. Pensavamo di poter contribuire alla rinascita del centro storico, ma ci stanno distruggendo». Il caos rischia di trasformarsi in una questione di ordine pubblico, perché le scorte di tolleranza sono ormai esaurite.
L'AMAREZZA
«Sono 34 anni che vivo nei Barbuti perché ho visto crescere la rassegna ideata da Peppe Natella e portata avanti da sua figlia Chiara - racconta Salvatore Acconciagioco - Ma non ho mai visto niente di simile. Paradossalmente era meglio quando c'era la delinquenza vera. Schifezze e soprusi del genere non si vedevano. Benchè molti siano minorenni, sono ubriaconi, drogati e molesti. Le famiglie se ne fregano, ma anche i proprietari dei locali notturni non potrebbero, per legge, somministrare alcolici e per di più nel vetro. Ci siamo trasformati in spazzini. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho raccolto due sacchi di rifiuti. Sono vandali e bulli. Si divertono a distruggere quello che si trovano davanti e tutti i sacrifici di chi tenta di fare cultura in questo posto vanno in frantumi. Stavamo anche pensando di trasferire la rassegna altrove, ma significherebbe snaturarla. Eppure basterebbero i controlli delle forze di polizia. Se venissero gli uomini della Guardia di Finanza con i cani, troverebbero pane per i loro denti. Invece nessuno si degna di ascoltarci». Neppure le petizioni sono servite, ricorda la signora Rita Antonello che vive in un appartamento al piano rialzato. «Se ne fregano. Possiamo chiamare anche sette-otto volte di seguito, ma non arrivano. E se si degnano di venire, fanno spallucce. Io sono costretta a vivere barricata in casa perché mi buttano dalle finestre cocci di bottiglie, mazze, scope, lattine e cicche. E difendersi è impossibile, perché durante i fine settimana arrivano ad essere anche in cinquanta». Ma il problema, soprattutto durante la stagione estiva, non vede distinzioni tra i feriali e i festivi: «Non si trova pace fino alle 4 del mattino. Alle 5 suona la sveglia perché lavoro in un ristorante e alle 6 devo essere operativa. Praticamente ho perso il sonno». E la pulizia: «La mattina la piazza è un tappeto di bottiglie e immondizia - dicono dal b&b Palazzo Fruscione - Noi operatori turistici cerchiamo di fare di tutto per riqualificare la zona, ma così è difficile. Personalmente non ho avuto problemi, ma tanti miei colleghi si sono lamentati di questo andazzo».
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