«De Magistris stai attento,
il Pd non è un tram»

«De Magistris stai attento, il Pd non è un tram»
di ​Luigi Roano
Domenica 11 Agosto 2019, 08:21
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La parola chiave è «difficile», dunque non impossibile. Per Nicola Oddati, membro della segreteria nazionale del Pd, la strada di un’alleanza tra gli arancioni del sindaco Luigi de Magistris e i dem è in salita, molto in salita, ma a certe condizioni si può valutare. «Il sindaco deve fare chiarezza, in tempi non sospetti - racconta - quando la crisi di Governo non esisteva mi ero permesso di dire a de Magistris che non c’era spazio per operazioni velleitarie in solitudine. Mi rispose che era interessato a parlare con Fico, devo dire anche in maniera un po’ spocchiosa». 

 

Allora Oddati c’è la crisi di Governo e il voto si avvicina: come si muoverà il Pd a Napoli, al Sud?
«La crisi di Governo è irreversibile e non può essere in alcun modo frenata da ipotesi di accordi temporanei o da governicchi. È una crisi profonda da noi richiesta, invocata e voluta con gran forza. È stato uno dei peggiori governi della storia. Non ci sono alternative al voto e in Parlamento non c’è alcuna possibilità di dialogo con il M5S, chi tra noi ha provato a fare una proposta è stato lapidato. Sarà un voto difficile ma noi dobbiamo costruire un’alleanza larga e non dobbiamo dare nulla per scontato».

Appunto c’è spazio per de Magistris nel campo largo?
«La scelta che come Pd abbiamo fatto nel congresso dove ha vinto Nicola Zingaretti è quella di un’alleanza larga di centrosinistra per mettere in campo una alternativa alla Lega e al M5S». 

Sia più chiaro.
«Io dico che il Pd e il centrosinistra non sono una scialuppa di salvataggio o un tram, ma un progetto politico. Per farne parte bisogna dire cosa si pensa, non si può immaginare di utilizzarlo per fini personali. La prima domanda da fare a de Magistris è se crede che questa sia l’alternativa al populismo, alla Lega e al M5S. Ma non finiscono qui le domande».

Vale a dire? 
«Il sindaco deve spiegare a chi si riferisce quando dice che quando è arrivato in Comune ha trovato la camorra e l’ha cacciata via. Io c’ero in quei tempi, con chi ce l’ha? Se pensa questo non può stare con noi. La seconda domanda è: il centrosinistra è un progetto per il Parlamento ma questo vale anche per la Regione e bisogna sostenere De Luca, che farà?».

Ma ci sono state interlocuzioni con il sindaco da quando è arrivato Zingaretti?
«Certo, con persone vicine al Pd, dirigenti del partito, ci mancherebbe altro. Però questo scambio non ha fatto fare ancora il passo in avanti: resta una distanza e se non si chiariscono queste cose la distanza rimarrà. È chiaro che parliamo di eventuali alleanze perché credo che né il Pd né il sindaco siano interessati ad altro».

Il voto - come ha detto lei - sarà difficile. L’unità delle forze progressiste è fondamentale per vincere, non crede? 
«Per le elezioni politiche e regionali meno avversari abbiamo e meglio è, però allo stesso tempo occorre molta chiarezza: noi siamo all’opposizione in Comune che per ragioni numeriche non è stata più forte. E non abbiamo un giudizio positivo dell’amministrazione de Magistris. Un altro tema, nel caso si potesse ragionare di una qualche forma di rapporto, è che bisogna andare rapidamente al voto anche a Napoli».

Bassolino fa parte di questa ricostruzione con la sua Sudd?
«Per lui è diverso, deve riprendere la tessera del Pd, è uno dei fondatori del partito, deve darci una mano con generosità, è una risorsa preziosissima. Mi ritengo un suo allievo, sono molto di parte da questo punto di vista, ma Antonio deve essere assolutamente un protagonista». 

Lo scommetterebbe un euro sulla convivenza nella stessa alleanza di Bassolino, De Luca e de Magistris?
«Bassolino e De Luca possono avere avuto degli screzi ma sono dalla stessa parte. Con de Magistris è molto difficile, dipende da lui, deve fare una scelta. Poi c’è da valutare anche il rapporto del corpo del partito con lui. La battaglia politica è stata molto aspra. Io penso che però debba prevalere la politica, non i fatti personali, la politica deve sempre vincere sulle questioni di pancia».

Il Sud è centrale per vincere le politiche: che farà il Pd per convincere gli elettori?
«Il Pd deve rimettere il Sud al centro dell’agenda politica. La nostra forza la dobbiamo costruire lì. Il regionalismo - uno dei motivi della crisi - deve essere basato sulla spesa standard e non su quella storica, poi le grandi opere pubbliche: penso all’alta velocità che si ferma a Salerno e tanto altro».

Nel nuovo Parlamento Oddati ci sarà?
«Le liste le farà la direzione nazionale, ora sono contento di essere in segreteria».
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