Ondata di calore, boom di accessi
ai Pronto soccorsi ospedalieri

Ondata di calore, boom di accessi ai Pronto soccorsi ospedalieri
di Luella De Ciampis
Domenica 11 Agosto 2019, 11:58 - Ultimo agg. 12:54
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Aumentati del 20% gli accessi in pronto soccorso all'ospedale Rummo e al Sant'Alfonso Maria dei Liguori, a causa del caldo torrido degli ultimi giorni, mentre, almeno per ora, sono in linea con gli accessi giornalieri quelli del Fatebenefratelli, ma il picco massimo deve ancora arrivare. Infatti, il caldo, dopo una piccola tregua, è in aumento. Il picco in città e provincia sarà raggiunto nelle giornate di oggi, quando si prevede che la colonnina di mercurio toccherà i 39 gradi, e di domani, in cui si sfioreranno i 40 gradi, con un tasso di umidità che raggiungerà il 36%. La morsa della canicola comincerà poi ad allentarsi da mercoledì, stabilizzandosi sui 32 gradi per il resto della settimana. Un aumento eccessivo delle temperature che diventa direttamente proporzionale a quello dei ricoveri in ospedale, soprattutto per le fasce più a rischio, vale a dire quelle di pazienti anziani con patologie a carico dell'apparato respiratorio, di cardiopatici, di persone allettate per malattie neurologiche (demenza, pregressi ictus) nei quali è più frequente la disidratazione, anche per le fisiologiche alterazioni del senso della sete, che induce gli anziani a bere poco. In tutti questi pazienti «fragili» le alte temperature possono perciò scompensare stati cronici sottostanti, con la necessità di ospedalizzazione.


 
LE STRATEGIE
Una condizione già registrata agli inizi di giugno, che comunque tende a ripresentarsi nei periodi in cui le temperature, spesso altalenanti, si alzano a dismisura, diventando meno sopportabili. «A causa del gran caldo conferma Giovanni Di Santo, direttore sanitario dell'azienda ospedaliera San Pio in questi giorni stiamo registrando un 20% in più di accessi, sia al Rummo che al Sant'Alfonso, passando dagli 80 arrivi giornalieri al pronto soccorso di Benevento, che riguardano la normalità, ai circa 100, e dai 20 sempre giornalieri dell'ospedale di Sant'Agata, ai 25. Si tratta per lo più di pazienti fragili, anziani, con pluripatologie, spesso disidratati, provenienti anche dalle case di riposo, che vengono presi in carico e sottoposti a specifici trattamenti farmacologici. Infatti, in tutte e due le strutture è stata programmata un'organizzazione a monte, caratterizzata anche da un potenziamento sinergico tra i vari reparti, proprio per gestire meglio i pazienti pluripatologici, che hanno bisogno del ricovero. In pronto soccorso abbiamo personale medico e infermieristico a sufficienza, oltre alla fruizione di locali da poco ristrutturati, che offrono maggiori comfort e maggior rispetto della privacy».
Le stesse strategie sono state adottate anche per il Sant'Alfonso. «All'ospedale di Sant'Agata continua Di Santo sono stati allertati anche i medici per gestire le dimissioni e ottimizzare i posti letto a disposizione per le emergenze. Inoltre, è importante la sinergia tra ospedale e territorio, per evitare il trasporto in ospedale di pazienti che possono essere curati a casa, evitando il sovraffollamento del pronto soccorso. In questo, giocano un ruolo di fondamentale importanza l'azione e la sensibilizzazione dei pazienti da parte dei medici di base e l'attività del 118 e dei medici della continuità assistenziale, che fanno già una prima selezione, mirata a evitare ricoveri inutili».
IL TREND
In controtendenza rispetto al Rummo e al Sant'alfonso è invece il Fatebenefratelli, i cui gli accessi in pronto soccorso hanno mantenuto la media dei 40/50 giornalieri, con qualche caso in più nella giornata di venerdì, in cui un numero esiguo di pazienti anziani è stato trasportato in ospedale per malori legati al caldo e alla disidratazione. Niente di eccezionale rispetto al periodo invernale, in cui, a causa della sindrome influenzale, c'è stato un aumento considerevole degli accessi in pronto soccorso e dei ricoveri in reparto.
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