Omicidio Diabolik, la sorella contro i divieti della Questura: «Mio fratello Fabrizio merita un vero funerale»
Diabolik, nel commando ora spunta un terzo uomo
Poi ha spiegato: «Il giorno, l'ora e il luogo delle esequie mi sono stati imposti; inoltre è stato fatto divieto di celebrare il rito in forma pubblica, perché si ritiene vi siano ragioni di ordine pubblico che lo impediscono, ragioni che sembrano superiori anche al dolore di una famiglia in lutto e alla nostra libertà religiosa». Nell'appello la donna definisce il marito «un padre, un fratello e un figlio. Un amico e un conoscente ma soprattutto un membro della comunità cristiana».
A schierarsi accanto alla famiglia gli Irriducibili che hanno lanciato un messaggio chiaro attraverso un grosso striscione: «La morte è uguale per tutti... il funerale anche! Salutare Fabrizio é un nostro diritto!».
L'immagine dello striscione è stata pubblicata sulla pagina Fb del gruppo ultras scatenando una serie di commenti. «A qualsiasi ora ci saremo! Diablo vive» è uno di questi. «Tutti al funerale» ha scritto un altro.
Se il ricorso al Tar non dovesse andare a buon fine sarà massima l'attenzione martedì attorno al cimitero di Prima Porta. Tutta la zona sarà presidiata. Scatteranno controlli anche ai caselli autostradali e nelle stazioni per monitorare l'eventuale arrivo di delegazioni ultras da altre città. Intanto proseguono le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile di Roma per dare un volto all'uomo vestito da runner che mercoledì sera ha premuto il grilletto sparando il colpo di pistola alla testa che non ha lasciato scampo a Piscitelli. Il cerchio si starebbe stringendo. Nei giorni scorsi è stato effettuato un nuovo sopralluogo della polizia scientifica sul luogo del delitto. Al vaglio le telecamere di videosorveglianza della zona che potrebbero aver ripreso il killer durante la fuga. Tra le ipotesi che l'uomo, visto scappare a piedi su via Lemonia, sia poi salito a bordo di uno scooter su cui lo attendeva un complice. Chi indaga è al lavoro anche sui tabulati telefonici per ricostruire chi stesse aspettando il 53enne quella sera, seduto su una panchina del parco assieme al suo autista.