Esami clinici, da Napoli a Salerno
arrivo lo stop alle convenzioni

Esami clinici, da Napoli a Salerno arrivo lo stop alle convenzioni
di Sabino Russo
Martedì 13 Agosto 2019, 11:13 - Ultimo agg. 14 Agosto, 08:59
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Puntuali come gli altri due trimestri passati, giunti a metà del secondo mese si inizia a fare i conti con il ritorno delle visite e degli esami a pagamento. Stando alle ultime comunicazioni dell'Asl infatti, la prossima settimana dovrebbero esaurirsi quasi tutti i tetti di spesa delle branche della specialistica ambulatoriale, a esclusione di quelle già sold out, come cardiologia e radiologia (9 agosto), oltre medicina nucleare (20 luglio). Passando a setaccio il calendario delle altre voci è possibile effettuare in regime di convenzione con i centri privati, ancora per qualche giorno, le analisi di sangue e urine e la radioterapia fino al 23 agosto. Per diabetologia la data di presunto esaurimento del fondo assegnato invece, è stimata per il 26 agosto. L'unica branca che dovrebbe giungere fino alla scadenza naturale del trimestre è quella delle visite specialistiche.

«Il copione si ripete. E fino al prossimo 1 ottobre a Napoli città e con minime variazioni di data, nella provincia nord e sud del capoluogo partenopeo, nonché a Caserta e Salerno (per ora si salvano solo Avellino e Benevento), per visite e analisi di laboratorio occorrerà mettere nuovamente mano al portafogli oppure sobbarcarsi l'estenuante calvario delle liste d'attesa negli ospedali pubblici - scrive in una nota Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia - Purtroppo, la ripartizione trimestrale dei fondi non si è rivelata una scelta lungimirante da parte della Regione Campania. Se prima infatti, i tetti di spesa si esaurivano a fine anno, adesso lo stop arriva puntuale ogni tre mesi. Inutile dire che un andazzo del genere arreca sì danno alle strutture accreditate, ma soprattutto al cittadino-paziente e in particolare ai napoletani, i primi a soffrire di questa paradossale situazione».

 
IL «RITUALE»
 Il nuovo sistema di controllo, bypassato lo scorso anno a Salerno, che almeno nelle intenzioni doveva finalmente evitare il consueto blocco estivo degli esami e delle visite in convenzione mantenendo sotto controllo la spesa, per ora ha solo contribuito ad anticipare le criticità di un mese ogni trimestre. Se fino allo scorso anno il mese di settembre ha rappresentato la fine annuale delle convenzioni con la sanità accreditata, lasciando scoperti gli ultimi 4 mesi, da gennaio la linea di confine si è spezzettata in 4 (marzo, giugno, settembre, dicembre). Nel trimestre scorso l'alt per cardiologia, medicina nucleare, radioterapia e radiologia è giunto come un fulmine a ciel sereno il 28 maggio, con gli inevitabili problemi per gli utenti che avevano effettuato le prenotazioni e che dovettero così pagare l'intero importo della prestazione o inserirsi nelle liste d'attesa delle strutture pubbliche. Il giorno successivo poi, si fermarono quasi tutte le altre branche, a eccezione dei laboratori di analisi che goderono di qualche altro giorno di tregua. Il 30 infine, giunse lo stop alle visite specialistiche e a diabetologia. Nel primo trimestre, invece, lo stop arrivò per la cardiologia il 26 febbraio, per diabetologia l'8 marzo, per gli esami di sangue e urine il 9 marzo e gli esami radiologici il 4 marzo.
Per questo trimestre neanche la speranza per un rallentamento della domanda legata alle ferie estive è riuscita a scongiurare l'ennesimo divieto ed evitare un enorme disagio per i tanti utenti, soprattutto anziani ed esenti. Il caso della disparità di tetto di spesa dello scorso anno tra l'Asl di Salerno e le altre aziende sanitarie regionali poi, è anche al centro di una inchiesta della Corte dei Conti per possibile danno erariale provocato dal beneficio assegnato all'Asl di Salerno di fondi aggiuntivi al limite stabilito per il 2018 per gli esami effettuati in regime di convenzione. L'autorizzazione di De Luca a finanziare, in via di anticipazione con fondi propri, le prestazioni dei laboratori accreditati giunse nei primi di settembre dello scorso anno per evitare l'interruzione dei servizi sanitari.
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